I punti chiave
Trova dei buoni postali per 30 milioni di lire che oggi valgono 450mila euro. La storia di un uomo a cui la madre ha lasciato i titoli in questione emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato italiano. Ecco come funzionano e quanto valgono oggi questi strumenti di investimento.
Cosa sono
I Buoni Fruttiferi Postali permettono di far fruttare i risparmi grazie alla maturazione degli interessi e possono essere acquistati in forma cartacea o dematerializzata. I buoni scaduti diventano infruttiferi dal giorno successivo alla scadenza. I buoni possono essere acquistati presso l'Ufficio Postale, sia in forma cartacea che dematerializzata, oppure online su poste.it o tramite l'App BancoPosta, solo in forma dematerializzata. Il processo di dematerializzazione dei buoni cartacei è consentito secondo le modalità indicate presso l'Ufficio Postale, a condizione che il titolo da dematerializzare e il Libretto postale o conto corrente BancoPosta destinato a fungere da conto di regolamento abbiano la stessa intestazione. La richiesta di dematerializzazione deve essere effettuata fino a due mesi prima della scadenza naturale del buono.
La storia di Tiziano
Tiziano Zuan, nato nel 1961 e residente a Farra di Soligo, ha recentemente vissuto un'imprevista e significativa sorpresa. Dopo la morte della madre, ha iniziato a sistemare i cassetti di un vecchio armadio nella casa di famiglia e ha trovato 18 buoni postali risalenti al 1996. Secondo quanto riportato da Il Messaggero i buoni, emessi per vari importi, ammontano complessivamente a 30 milioni di lire, corrispondenti oggi a circa 450.000 euro. Gli importi dei buoni trovati variano tra un milione, cinque milioni e cinquecentomila lire, rappresentando un colpo di fortuna notevole per Zuan.
I titoli trovati
I titoli in questione sono stati valutati dal consulente dell'associazione Giustitalia, che ha calcolato un rimborso di circa 450mila euro grazie ai tassi d'interesse. Tuttavia, Poste Italiane sostiene che i titoli siano prescritti, poiché sono "a termine" con scadenza di 11 anni, anziché "ordinari" con scadenza di 30 anni. L'associazione contesta questa posizione, affermando che i risparmiatori devono essere informati adeguatamente dell'emissione di buoni a termine, cosa che non sarebbe avvenuta. Inoltre, sostiene che la prescrizione decennale non si applica in questo caso, poiché il termine per la stessa inizia solo dal giorno del ritrovamento dei titoli. A stabilire l'imprescrivibilità è stato il Tribunale di Grosseto. Questa decisione è stata presa a favore di due risparmiatrici di Grosseto che avevano investito notevoli somme in buoni e si erano visti negare il rimborso da Poste Italiane, che li considerava prescritti.
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