I punti chiave
L’aumento del costo del denaro ha avuto delle conseguenze notevoli specialmente nell’ultimo periodo. I numeri parlano chiaro, i mutui a tasso variabile hanno svuotato le tasche dei cittadini che hanno richiesto un finanziamento. Per esempio un prestito da 190 mila euro della durata di 25 anni ad agosto 2015 aveva un tasso dell’1,5% e una rata da 760 euro. La stessa opzione oggi ammonta a 1.226 euro al mese, questo perché il tasso è aumentato al 5,2%. Per far fronte a questa situazione critica il governo sta pensando di proporre la possibilità di allungare la durata temporale dei pagamenti dovuti.
Le opzioni in campo
Tra le diverse alternative che i cittadini hanno a disposizione per risparmiare c'è quella di rinegoziare direttamente la rata del mutuo con la banca. È possibile cambiare durata e tipologia di finanziamento. L’istituto di credito, però, non è obbligato ad accettare la richiesta e inoltre può proporre le proprie condizioni. Per quanto riguarda le altre possibilità dei sottoscrittori di mutui, i debitori in regola con i pagamenti e con Isee fino a 35 mila euro possono richiedere il passaggio da tasso variabile a fisso. In questo modo la quota verrà calcolata in base all’Euris che ha una durata simile a quella residua dell’attuale mutuo. Se consideriamo una richiesta di credito a 20 anni, questa opzione comporta, per esempio, il pagamento del tasso che ammonta ad una cifra che va tra il 4,2% e il 4,5%. Inoltre i mutuatari possono richiedere la sospensione delle rate fino a 18 mesi per motivi di lavoro e salute accedendo al Fondo Gasparini. La possibilità alternativa riguarda appunto la richiesta di allungamento del prestito.
I calcoli e l’allungamento
Un altro esempio che conferma le difficoltà economiche di questo periodo in merito ai mutui è quello di un finanziamento a 30 anni che ammonta complessivamente a 250 mila euro. La rata iniziale era di 804 euro con un tasso dell’1%. Attualmente la tassazione è al 5,2% e la rata è più che duplicata fino ad ammontare a 1.629 euro. A questo proposito è possibile mettere a confronto dei mutui variabili con tempistiche a 20, 25 e 30 anni che sono stati però stipulati in periodi differenti. Un primo esempio riguarda i finanziamenti del 2010 dove il tasso superava di poco il 2% e la cifra complessiva dell'acquisto era di 150 mila euro. Con queste premesse economiche la rata a 25 anni è lievitata da 688 a 878 euro, grazie alla surroga si potrebbero risparmiare più di 100 euro e la possibile introduzione di un allungamento farebbe scendere la quota a 659 euro. Se consideriamo invece le richieste di credito avviate nel 2012 con una somma di partenza di 180 mila euro la rata di avviamento a quell’epoca ammontava a 759 euro, oggi è quantificabile a più di 1.099 euro. Grazie al trasferimento del finanziamento in un'altra banca si dovrebbe pagare una quota di 847 euro che diminuirebbe a 872 con il prolungamento di 4 anni.
Mutui dopo il 2015
Per quanto riguarda i mutui che sono iniziati dopo il 2015, periodo in cui l’Euribor venne praticamente azzerato e poi è aumentato improvvisamente, l’aumento dei tassi è particolarmente critico poiché un finanziamento a 30 anni della cifra di 190 mila euro ha subito un incremento della rata da 665 a 1.169 euro.
La surroga porterebbe un esborso di 882 euro mentre con l’estensione temporale la cifra ammonterebbe a 908 euro. La rata del mutuo da 200 mila euro a 25 anni con partenza nel 2018 è passata da 772 euro a 1.307. Passando al fisso diminuirebbe a 1.024 e l’allungamento porterebbe ad una quota mensile di 992.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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