Riforma fiscale, novità in arrivo per i lavoratori dipendenti

Un nuovo ddl dell'esecutivo mira a tagliare il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti e introdurre importanti novità anche sugli enti bilaterali e sulla flat tax incrementale: ecco di cosa si tratta

Riforma fiscale, novità in arrivo per i lavoratori dipendenti

Il governo vuole alleggerire l'imposizione fiscale sugli stipendi degli italiani e il nuovo disegno di legge delega approvato in Consiglio dei Ministri va esattamente in questa direzione. Secondo il Rapporto Ocse sul cuneo fiscale del salari 2022, l'Italia è il Paese con uno tra i peggiori rapporti tra la spesa per il datore di lavoro e la corrispondente retribuzione netta del dipendente.

La situazione attuale

Se è vero che nel 2021 la media tra i membri Ocse è leggermente diminuita, questo discorso non vale per l'Italia dove si registrano 12 punti percentuali in più (46,5% contro una media di 34,6%). Questo sistema di tassazione rimane invariato verso l'alto anche per quanto riguarda le buste paga dei lavoratori dipendenti che percepiscono un netto pari al 70,4% del loro salario lordo contro la media Ocse del 75,4%. Obiettivo dell'esecutivo Meloni è sgravare le tasse degli italiani nei prossimi quattro anni per arrivare a parlare di "equità orizzontale", ossia quel principio in base al quale "soggetti in condizioni economiche simili dovrebbero ricevere lo stesso trattamento", spiegano gli esperti.

Quali sono gli obiettivi

Per modificare in meglio certe regole fiscali, sarà necessario sistemare tutte quelle "tax expenditures", ossia agevolazioni ed esenzioni fiscali che sono in grado di ridurre il debito d'imposta e il prelievo fiscale per alcune tipologie di lavoratori. Il Rapporto annuale sulle spese fiscali 2022 del Mef mette in luce che il numero complessivo di queste tasse è aumentato di 34 voci (da 592 a 626) ed è per questa ragione che si ha una perdita del gettito tra i più alti dei 36 membri Ocse. Come ricorda ItaliaOggi, il nuovo ddl mette in risalto la necessità che ci sia una nuova e coerente tassazione sul reddito dei lavoratori dipendenti come nel caso degli "enti bilaterali", cioé i rapporti tra sindacati e datori di lavoro che creano le migliori condizioni di lavoro possibile per i dipendenti facendo da "mediatori".

L'importanza degli enti bilaterali

La situazione odierna fa sì che i contributi versati dai lavoratori che sono iscritti a questi enti ha come obiettivo l'agevolazione di benefici economici che spettano ai dipendenti e che sono regolati da norme. L’art. 51, comma 2, lett. a) del Testo Unico sulle Imposte dei Redditi (Tuir) esclude soltanto i contributi previdenziali e assistenziali "versati in forza di legge e quelli versati in base a disposizioni di contratto, accordo o regolamento in favore di fondi sanitari regolarmente iscritti all’anagrafe sanitaria", si legge su ItaliaOggi. La nuova riforma fiscale va nella direzione di un accordo ancora più stretto tra le parti favorendo gli introiti dei lavoratori sulla base del patto stipulato con il datore di lavoro.

Le altre novità

Il governo si pone altri obiettivi tra cui l'eliminazione delle fasce di reddito e la necessità di trattare tutti i lavoratori dipendendi allo stesso modo dando loro la possibilità di sottrarre le spese (anche in maniera forfettaria) per il reddito da loro prodotto. In questo modo ci sarebbe una forbice molto più ridotta rispetto allo stato attuale tra i dipendenti e gli autonomi.

Infine, si vuole estendere la flat tax incrementale, ossia una "tassa unica che viene applicata sul margine di guadagno superiore ottenuto da un lavoratore rispetto ai tre anni precedenti" che attualmente riguarda soltanto i titolari di partita Iva ma che si vuole estendere anche ai dipendenti.

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