Guidare un'auto intestata a un altro: quando è possibile e cosa si rischia

La legge del 2014 è molto chiara in proposito, e stabilisce quali sono le situazioni in cui è possibile guidare una vettura intestata a un'altra persona. La multa, in caso di trasgressione, può essere salatissima

Guidare un'auto intestata a un altro: quando è possibile e cosa si rischia
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Mettersi al volante di un'automobile intestata a un'altra persona potrebbe avere come conseguenza una sanzione fino a 2.500 euro. Vi è infatti una norma molto severa in proposito, perciò è sempre bene fare attenzione a come ci si muove, onde incappare in multe salatissime.

Cosa dice la norma

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, bisogna prendere come riferimento la legge risalente al 2014, che regolarizza l'impiego di auto intestate, mentre prevede delle sanzioni per quei conducenti che guidano vetture non a loro intestate. La norma ammette che un'auto possa essere guidata da vari membri di una famiglia, ma quando a mettersi al volante è qualcuno di estraneo al nucleo familiare la situazione cambia e può scattare la sanzione.

Alla polizia stradale, infatti, basta poco per risalire all'intestatario del veicolo e vedere se colui che guida è un parente oppure no.

Guidare un'auto non intestata: quando è possibile

Il Codice della strada parla chiaro. A partire dal 3 novembre 2014 vige l'obbligo di registrare sulla carta di circolazione il nominativo di chi utilizza la vettura per periodi prolungati. Possono guidare un'auto, pur non essendone intestatari, familiari o conviventi del proprietario oppure un concreto estraneo, ma con dei limiti.

Quando l'uso è fra familiari/conviventi

Nel primo caso non c'è molto da fare. Nel momento della verifica, la polizia stradale deve semplicemente appurare che chi guida è un congiunto convivente (genitore, figlio, coniuge, fratello, compagno) del proprietario effettivo. Basta il database messo a disposizione dall'anagrafe.

Quando a utilizzare l'auto è un soggetto estraneo

Per quanto riguarda l'uso dell'auto da parte di un soggetto estraneo al nucleo familiare, se l'impiego della vettura da parte di questo non supera i 30 giorni, non è necessario dare alcun avviso alla motorizzazione. La comunicazione, invece, va fatta se il veicolo sarà utilizzato dalla persona per un tempo che supera i 30 giorni. In questo caso, senza avviso e senza annotazione sulla Carta di circolazione, scatta la multa.

Le eccezioni

Da ricordare, inoltre, che un familiare che però non convive col proprietario del mezzo viene considerato come estraneo al nucleo familare.

A quanto può ammontare la sanzione

La

multa, in caso di trasgressione, può essere considerevole. Si va infatti da un minimo di 516,46 euro a un massimo di 2582,28 euro. C'è poi anche la possibilità, nei casi peggiori, di ritiro della carta di circolazione.

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