Il 2025 si apre con un panorama economico complesso, in cui le spinte al rialzo dei costi energetici e l’incertezza geopolitica si intrecciano con segnali di debolezza nei consumi e negli investimenti. La capacità dell’Italia di navigare queste sfide dipenderà da interventi strutturali, dalla politica economica europea e dalla resilienza dei settori produttivi. È quanto sottolinea il Centro Studi Confindustria (CsC) nell’ultima Congiuntura flash.
Prezzi dell’energia: un fardello crescente
Il rincaro del gas naturale in Europa e il conseguente aumento dei costi energetici continuano a pesare sulle imprese e sulle famiglie italiane. A gennaio, il prezzo del gas ha raggiunto i 48 euro/MWh, in crescita rispetto ai 45 euro di dicembre, complici l’interruzione del gasdotto russo-ucraino e l’inverno rigido. In Italia, il prezzo dell’elettricità è particolarmente elevato, con il Prezzo Unico Nazionale (PUN) medio che si attesta a 139 euro/MWh, superando significativamente la media europea. Nonostante ciò, l’Italia appare meno vulnerabile grazie a una diversificazione delle forniture, che include gas proveniente da Nord Africa, Azerbaigian, Qatar e Stati Uniti.
Settori produttivi: luci nei servizi, ombre nell’industria
Servizi: Il settore terziario si conferma trainante, con l’indice Pmi che torna in territorio positivo a dicembre (50,7) e un aumento del fatturato.
Industria: Sebbene si registri un lieve incremento della produzione a novembre (+0,3%), l’indice Pmi industriale rimane sotto la soglia di crescita, evidenziando persistenti difficoltà.
Investimenti: Le condizioni di investimento si deteriorano ulteriormente, con un calo della fiducia delle imprese e un peggioramento degli ordini, sia interni che esteri.
Consumi e mercato del lavoro in stallo
Le vendite al dettaglio continuano a contrarsi, registrando un -0,6% a novembre, con una flessione sia nei beni alimentari che in quelli non alimentari. Questo si accompagna a una stagnazione dell’occupazione (+0,1% negli ultimi mesi del 2024). Nonostante la riduzione del tasso di risparmio osservata nel terzo trimestre 2024, la domanda interna non mostra segnali di ripresa significativa.
Export: una performance deludente
Il commercio estero italiano è in calo, con esportazioni in flessione nel quarto trimestre 2024 (-0,2%). Particolarmente preoccupanti sono le perdite sui mercati statunitense (-11% a novembre) e cinese (-19,2%). In netto contrasto, l’export cinese segna un aumento del +10,7% annuo a dicembre, mettendo in evidenza dinamiche divergenti tra i principali attori globali.
Le prospettive su inflazione e tassi
L'inflazione in Europa registra un incremento, spinta dai costi energetici, con un tasso di +2,4% a dicembre rispetto all’1,7% di settembre. In Italia, l’inflazione rimane stabile al +1,3%, ma l’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche. La ce adotta un approccio più cauto nella gestione dei tassi d’interesse, con aspettative di moderata riduzione nel corso del 2025.
Riforme e sfide strutturali
L’economia italiana, conclude il CsC necessita di interventi strutturali per ridurre la
dipendenza dai prezzi del gas, favorendo l’integrazione delle energie rinnovabili nel mix energetico nazionale. L’attuazione del Pnrr rimane cruciale per sostenere la crescita e migliorare la competitività del sistema produttivo.
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