
Altro che nido d’amore o casa dei sogni: oggi quasi una casa su cinque in Italia viene acquistata con un solo obiettivo in mente — far fruttare l’investimento. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Ufficio Studi Tecnocasa, secondo cui nel 2024 il 19% delle compravendite ha avuto come finalità la messa a reddito dell’immobile. Un dato in leggero calo rispetto all’anno scorso (meno 0,5 punti percentuali), ma che resta il secondo più alto mai registrato dal 2012, anno in cui è iniziata la serie storica.
Napoli è la regina degli investimenti immobiliari
A colpire non è tanto la media nazionale, quanto le percentuali registrate nelle grandi città, dove la domanda di affitto resta alta e l’acquisto per investimento diventa quasi la norma. Napoli guida la classifica: qui il 38,9% degli immobili è stato comprato a scopo di rendita. Il boom turistico fa da traino e molti puntano a trasformare gli appartamenti in B&B. Subito dietro Palermo (36%), Verona (32,2%), Bari (30,5%) e Firenze (30,3%). Milano si attesta al 28,2%, mentre Roma resta sotto la media dei grandi centri con il 21,5%.
Caccia al bilocale
Il bilocale si conferma la tipologia preferita da chi investe (32,5%), seguito dai trilocali (27,4%). Ma qualcosa si muove anche sul fronte degli immobili più grandi: i quadrilocali e oltre passano dal 13,2% al 13,8%, segno che si comincia a guardare anche alle famiglie come target di affittuari.
Chi sono gli investitori
Il profilo dell’investitore-tipo è chiaro: ha tra i 45 e i 54 anni (27,7%), seguito da chi ha tra i 35 e i 44 (22,6%) e tra i 55 e i 64 (21,8%). Nella maggior parte dei casi si tratta di coppie o famiglie (72,2% del totale). Cresce anche il peso degli acquirenti stranieri, arrivati al 9,5% nel 2024 — erano solo il 4,1% nel 2019. E quasi tutti pagano in contanti: l’85,9% delle compravendite non prevede mutuo, anche se la quota è in leggero calo rispetto all’anno precedente.
Case vacanza e affitti brevi
Le case vacanza rappresentano oggi il 6,8% del mercato, in calo rispetto al 2023. E intanto si intravede una frenata nel modello degli affitti brevi: complici normative più stringenti e una maggiore consapevolezza dei limiti di questo tipo di business. Non tutte le zone si prestano, non tutti gli immobili rendono.
Le soluzioni a lungo termine
Nel frattempo, gli affitti a lungo termine — con contratti da 5 o 8 anni — restano un terreno minato per
molti proprietari: il timore della morosità o di danni alla casa frena la voglia di stabilità. Così, a farla da padrone sono ancora i contratti transitori o quelli per studenti, talvolta utilizzati con una certa “elasticità”.
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