Irpef, i più tartassati d'Italia? Sono nei comuni guidati dal centrosinistra

Milano, Roma, Bologna e Bolzano in testa alla classifica. I meno vessati in Sardegna: ecco i numeri dell’Ufficio studi della Cgia

Beppe Sala e Roberto Gualtieri
Beppe Sala e Roberto Gualtieri
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I numeri non lasciano margini di interpretazione: i contribuenti Irpef di Milano e Roma sono i più tartassati d’Italia, ma in generale chi vive in una città guidata dal centrosinistra non se la passa granchè bene. I meno vessati, invece, i contribuenti della Sardegna. L’Ufficio dati della Cgia di Mestre ha realizzato la graduatoria per importo Irpef medio versato all’erario dai contribuenti italiani suddivisi per le 107 province presenti. Milano è in vetta alla classifica: i cittadini meneghini nel 2022 hanno versato all'erario un'imposta media sui redditi delle persone fisiche pari a 8.527 euro. Subito dopo i soggetti Irpef di Roma con 7.092 euro, di Monza-Brianza con 6.574, di Bolzano con 6.472 e di Bologna con 6.323. Tutte città storicamente amministrate da Pd e soci, fan delle tasse e in particolare della patrimoniale: Milano da Beppe Sala, Roma da Roberto Gualtieri, Bolzano da Renzo Caramaschi e Bologna da Matteo Lepore. Unica (parziale) eccezione, il Comune di Monza e Brianza, passato da Dario Allevi del centrodestra a Paolo Pilotto del centrosinistra alle amministrative del giugno 2022.

I territori dove il prelievo Irpef medio è più importante, secondo la Cgia, sono anche quelli dove i livelli di reddito sono più elevati. I contribuenti Irpef in Italia sono più di 42 milioni, di cui 23,3 milioni dichiarano redditi da lavoro dipendente, 14,5 milioni dichiarano redditi da pensione, 1,6 milioni sono occupati come lavoratori autonomi e 1,6 milioni presentano altri redditi (affitti, terreni, rendite mobiliari, etc.). Per quanto riguarda l’importo medio nazionale – 5.381 euro – circa il 69 per cento dei contribuenti ha pagato meno. L’area che presenta la percentuale più bassa è la Provincia Autonoma di Bolzano, pari al 60 per cento. A seguire il Lazio con il 63%, la Lombardia con il 64%, la Valle d'Aosta con il 66% e l'Emilia Romagna e la Liguria entrambe con il 67%. Calabria (78 per cento), Provincia Autonoma di Trento (80%) e Marche (84%) sono invece le regioni dove il tasso dei contribuenti meno abbienti è maggiore.

Nonostante il peso della tassazione sia in ribasso, il livello di pressione fiscale italiano (42,5%) resta tra i più elevati in Europa. Secondo i numeri della Cgia di Mestre, nel 2023 solo la Francia (45,8%), il Belgio (45,3%), la Danimarca (44,5%) e l'Austria (42,9%) hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. La media dei Paesi Ue è stata del 40,3%, -2,2% rispetto alla media nostrana.

Ricordiamo che secondo il Documento di Economia e Finanza 2024, quest'anno la pressione fiscale è stimata al 42,1 per cento del Pil, in diminuzione di 0,4 punti rispetto alla soglia toccata nel 2023. Passi avanti possibili grazie al fatto che il Pil nominale è destinato a crescere (+3,7 per cento) più velocemente dell'incremento del gettito fiscale (+2,6 per cento).

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