Quando si parla di manutenzione del lastrico solare e delle altre parti comuni di un fabbricato, ci si addentra in un ambito che riguarda tutti i condòmini, dato che queste parti dell'edificio sono essenziali per la sicurezza e il benessere dell'intero stabile. Tuttavia, a volte l'assemblea condominiale, organo deputato a prendere decisioni su questi lavori, può non deliberare, creando una situazione di stallo che col tempo può risultare problematica.
Importanza della manutenzione
Il lastrico solare è la parte superiore dell'edificio con funzione di copertura, ed è considerato parte comune, quando non sia di uso esclusivo di uno dei condòmini. La sua manutenzione, così come quella di altre parti comuni, è quindi fondamentale per evitare infiltrazioni, danni strutturali e altre problematiche che potrebbero compromettere la sicurezza e il comfort degli abitanti.
Il corretto mantenimento, mediante interventi ordinari e straordinari di questa, come delle altre parti comuni del fabbricato (facciate, tetto, scale, etc.), è solitamente disciplinato dall'assemblea condominiale, che decide in merito alle spese e agli interventi necessari.
Aspetti normativi
Secondo quanto stabilisce l'articolo 1123 del Codice Civile, le spese per la manutenzione e la ricostruzione delle parti comuni sono ripartite tra tutti i condòmini proporzionalmente al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa disposizione. In particolare per il lastrico solare, è sempre il Codice (all'articolo 1126) a stabilire che, qualora esso sia di uso esclusivo di un condòmino, le spese di manutenzione vengano ripartite per un terzo a carico di chi lo usa e per due terzi a carico di tutti i condòmini della parte dell’edificio che ne è coperta.
Ma cosa succede se l'assemblea non prende una decisione sui lavori di manutenzione? Ciò può accadere per diversi motivi, come mancanza di accordo tra i condòmini, disinteresse, o ancora difficoltà economiche. L'inerzia dell'assemblea non annulla però l'urgenza dei lavori. Se non si interviene, i danni possono peggiorare, con il rischio di far lievitare i costi o, peggio, di generare situazioni di pericolo.
Se l’assemblea non decide
Quando l'assemblea non delibera, i condòmini consapevoli della necessità dei lavori possono trovarsi in una posizione difficile. In questi casi, le strade da percorrere sono diverse:
convocare un'assemblea straordinaria: se l'assemblea non ha preso una decisione, è possibile richiedere una nuova riunione, magari accompagnata da una perizia tecnica che evidenzi l'urgenza dei lavori. In questo modo si può cercare di sensibilizzare gli altri condòmini sull'importanza di un’azione tempestiva;
azione legale: se l'assemblea continua a rimanere inerte e i lavori sono urgenti, un condòmino può decidere di rivolgersi a un giudice. Attraverso un provvedimento d'urgenza, è possibile ottenere l'autorizzazione per eseguire i lavori necessari, evitando ulteriori danni;
esecuzione dei lavori a proprie spese: in situazioni estreme ed urgenti, un singolo condòmino potrebbe decidere di eseguire i lavori a proprie spese, soprattutto se la sua proprietà è direttamente coinvolta. In questo caso, è però importante sapere che per ottenere il rimborso delle spese sostenute sarà necessario dimostrare che i lavori erano indispensabili e non procrastinabili. È comunque consigliabile consultare un legale prima di procedere in questa direzione;
risarcimento danni: se il mancato intervento causa danni, il condominio potrebbe essere chiamato a risponderne economicamente. Anche in questo caso, un'azione legale può essere necessaria per tutelare i diritti dei condòmini danneggiati.
Considerazioni finali
Sebbene la via legale sia un'opzione percorribile, cercare in prima battuta di sensibilizzare i condòmini attraverso un dialogo costruttivo, o convocando
un'assemblea straordinaria, può rappresentare una soluzione più rapida e meno conflittuale. Consultare un avvocato esperto in diritto condominiale può aiutare a comprendere meglio come agire in situazioni di questo genere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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