Non c'è alcun freno per le rate dei mutui che aumentano sia sul tasso fisso che sul variabile: nel primo caso si prevede un raddoppio nel corso di quest'anno mentre sui variabili si prevedono aumenti addirittura dell'ordine del 55-65%. È lo scenario stilato dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) alla luce dell'aumento dei tassi stabiliti dalla Bce come abbiamo visto sul Giornale.it.
Le simulazioni sulle rate
In questo senso, per esempio, un muto con tasso fisso del valore di 200mila euro in 25 anni avrà una rata mensile di poco più di 1.300 euro (tasso medio anche oltre il 6%); se invece ci si affida a un prestito dello stesso periodo da 100mila euro, con il tasso del 5,3% la rata sarà di 609 euro. Cosa accade con i mutui già in essere? Non cambierà nulla sui tassi fissi, i variabili hanno invece visto un'impennata pari al 70%. La crescita sul valore delle abitazioni è data dai numeri che non possono essere smentiti: se alla fine di marzo di quest'anno il valore complessivo sugli acquisti era di 425,5 miliardi di euro, l'aumento rispetto alla fine del 2017 è stato di 13,4% in più con un costo lievitato di 50 miliardi di euro
L'allarme sui variabili
La Federazione crede che, in base alle decisioni della Bce, "le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora". I nuovi con tasso fisso hanno avuto un'impennata sugli interessi dall'1,8% a valori anche superiori al 5% "con le rate mensili che, pertanto, possono o potranno risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate", sottolineano gli esperti. Quelli con taso variabile, invece, in breve tempo potrebbero toccare la soglia del 6% dallo 0,6% di fine 2021. "Vuol dire che per un prestito da 150mila euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro", sono i numeri sviscerati dalla Fabi.
Cosa accade alle famiglie
Attualmente, in Italia sono circa tre milioni e mezzo le famiglie con un mutuo da estinguere con quasi 7 milioni (6,8) di cittadini che si trovano di fronteggiare debiti anche con altre tipologie di finanziamento, per esempio prestiti e crediti al consumo. Soltanto per queste due voci, gli Istituti banciari hanno erogato poco più di 251 miliardi di euro come nel 2017 ma in calo rispetto a quanto accade negli ultimi mesi, segnale negativo che testimonia l'aumento dei tassi d'interesse. L'unica buona notizia, per così dire, rimangono le rate dei vecchi mutui a tasso fisso (per intenderci, quelli pattuiti tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022), gli unici a non subire variazioni rimanendo così fino alle fine.
Per i vecchi mutui a tasso variabile, invece, non vale lo stesso principio e gli aumenti sono stati esponenziali e fino, addirittura, al 75%. "Chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro in più", concludono gli esperti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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