L’ennesimo intervento della Banca centrale europea (Bce) sui tassi direttori ha spinto il costo del denaro al 4% con ricadute anche sui mutui. E a luglio si ripeterà lo stesso scenario.
Quando si fa riferimento al costo del denaro, in questo caso il 4%, si fa riferimento al tasso che le banche pagano quando chiedono denaro alla Bce. Questo indice è differente dal tasso sui depositi (attualmente al 3,5%), ossia ciò che la Bce paga alle banche che le consegnano liquidità.
La presidente della Bce Christine Lagarde ha ribadito che, nonostante l’inflazione sia in flessione, rimarrà alta ancora a lungo. Le proiezioni degli esperti della Bce attendono un tasso medio di inflazione del 5,4% per il 2023 che si assesterà al 3% nel corso del 2025 e al 2,2% nel 2025, quindi vicino all’obiettivo del 2%.
A luglio ci sarà un altro aumento di 25 punti base, ossia ancora dello 0,25%.
Le ricadute sui mutui
Il Codacons ha calcolato un aumento medio di 20 euro per le rate del mutuo a tasso variabile. Può sembrare poco ma è una cifra che va a sommarsi agli aumenti già intervenuti con le diverse manovre di politica monetaria della Bce.
Un mutuo a tasso variabile di importo tra i 125mila e i 150mila euro – ossia il taglio più diffuso in Italia – e una durata di 25 anni, si ottiene un aumento di ogni singola rata tra i 15 e i 25 euro.
Calcolando gli aumenti dei tassi dei mutui dal 2021 a oggi, il Codacons ha registrato un aumento compreso tra i 2.880 e i 3.840 euro annui, ovvero tra i 240 e i 320 euro mensili.
Secondo altri calcoli, questa volta ripresi da Il Sole 24 Ore, prendendo come termine di paragone un muto da 140mila euro a 25 anni, nel 2022 la rata del mutuo sarebbe costata circa 500 euro mentre oggi se ne pagherebbero 750, ossia circa il 50% in più. E come vedremo sotto, potrebbe arrivare a 800 euro.
L’Euribor e le previsioni
Sarà necessario osservare quali risposte darà il rialzo dei tassi deciso dalla Bce, partendo dal presupposto che l’Euribor potrebbe salire fino al 3,58% a un mese (contro il 3,33%) e fino al 3,77% a tre mesi (contro il 3,58% attuale). Questi sono i valori sui quali il Codacons ha stimato gli aumenti delle rate dei mutui dopo l’intervento della Bce di ieri.
Se l'aumento dei tassi Bce si riverberasse in tutto e per tutto sull'Euribor, a novembre si potrebbe arrivare a una rata da 800 euro, quindi circa il 60% in più rispetto al 2022.
Secondo il sito MutuiSupermarket.it le rate dei mutui inizieranno a scendere gradualmente a partire dal 2024 per scendere fino a 720 euro nel corso dei 24 mesi a seguire, indicativamente quindi verso la fine del 2025.
La stabilizzazione dei tassi dovrebbe essere da sprone alla ripresa delle domande di mutui.
Le ricadute sull’economia
L’aumento dei tassi mette in crisi le famiglie e le imprese. Da una parte si registra una diminuzione delle domande di mutui, dall’altra aumentano le aziende insolventi.
A maggio del 2023 la domanda di mutui era in contrazione del 24,4%, così come era in contrazione del 2,4% l’importo medio (sceso a 143.290 euro in media).
A marzo del 2023, sempre rispetto ai dodici mesi precedenti, la domanda di credito da parte delle aziende è scesa del 6% per le imprese individuali e del 2,4% per le società di capitali.Va anche valutato che le imprese hanno maggiori necessità di cassa e questo spiega, almeno in parte, perché la contrazione di credito si è contratta molto meno rispetto alle richieste di mutuo fatte dai privati.
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