Polizze catastrofali. un nuovo obbligo che mette alla prova le Pmi italiane

Le aziende avranno tempo fino al 31 marzo 2025 per mettersi in regola con questa normativa

Polizze catastrofali. un nuovo obbligo che mette alla prova le Pmi italiane
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Nel 2024 è stato introdotto l’obbligo di assicurazione per le piccole e medie imprese situate in zone ad alto rischio sismico o idrogeologico, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2024. Le aziende avranno tempo fino al 31 marzo 2025 per mettersi in regola con questa normativa. Le imprese che non stipuleranno la polizza rischiano di dover sostenere l’intero costo di ripristino dei danni in caso di calamità naturali, senza poter accedere a risarcimenti pubblici e potrebbero incontrare difficoltà nell’ottenere finanziamenti dalle banche, che potrebbero essere riluttanti a concedere prestiti a chi non ha una copertura adeguata.

Impatto sulle piccole e medie imprese

Le Piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, rischiano di essere particolarmente vulnerabili a questo obbligo. Le Pmi, con risorse limitate, potrebbero trovare i premi assicurativi troppo elevati, specialmente per quelle situate in zone con alto rischio. Ad esempio, per una Pmi con 15 dipendenti in un’area ad alto rischio, i premi potrebbero variare tra i 6.000 e i 12.000 euro annui.

Le risposte delle compagnie assicurative

Le compagnie assicurative stanno adattando le loro offerte a queste nuove esigenze, proponendo polizze specifiche per coprire danni derivanti da eventi sismici, frane e alluvioni. Grandi assicuratori come Generali, UnipolSai e Vittoria Assicurazioni hanno già lanciato soluzioni che includono anche la copertura dei danni da interruzione dell’attività produttiva. Alcune polizze offrono, infatti, la clausola “business interruption” per coprire le perdite economiche causate dalla sospensione temporanea delle operazioni. Inoltre, Sace, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, interviene nella riassicurazione, supportando le compagnie nel coprire fino al 50% dei rischi catastrofali, con l’obiettivo di contenere l’aumento dei premi assicurativi, soprattutto nelle aree più vulnerabili.

Le preoccupazioni della Cna

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Impresa (Cna) ha espresso preoccupazione per l’imminente scadenza del 31 marzo 2025, indicando che molte PMI potrebbero non riuscire a rispettare la scadenza a causa della difficoltà nel reperire informazioni chiare sulle modalità di attuazione dell’obbligo.

In particolare, le imprese danneggiate da eventi atmosferici, come quelle dell’Isola d’Elba, si sono trovate in difficoltà, poiché le polizze obbligatorie non coprono danni da fenomeni come la pioggia. La Cna ha chiesto al governo una proroga per affrontare queste problematiche e ha evidenziato l’assenza di un portale ufficiale Ivass per confrontare le offerte assicurative.

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