Stangata Tari, ecco le città più colpite dai rincari

La scadenza è fissata il 30 giugno, quest'anno ci sono due mesi di più per fare fino all'ultimo delle valutazioni sulla quota della tassa da applicare ai cittadini residenti nel proprio territorio

Stangata Tari, ecco le città più colpite dai rincari
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Tra inflazione e costi in crescita per via della situazione geopolitica globale, il costo della vita si è incrementato in modo netto negli ultimi tempi: anche la Tari subirà gli effetti di questa condizione generale, con aumenti che ricadranno sulle spalle dei contribuenti. Per il momento la maggior parte dei Comuni continua a indugiare, sfruttando il tempo in più concesso loro dal governo per fissare le tariffe relative alla tassa sui rifiuti, ma i rincari non paiono in dubbio in nessuna zona dello Stivale: la scadenza è fissata al prossimo 30 giugno, per cui quest'anno ci sono due mesi di più per fare fino all'ultimo delle valutazioni sulla quota Tari da applicare ai cittadini residenti nel proprio territorio. Temendo il peggio, Arera era arrivata addirittura a prevedere rincari fino al 14% rispetto allo scorso anno, anche se, per fortuna, non si dovrebbe raggiungere questa quota. E allora quali sono le previsioni?

Roma, una delle città in cui la Tari è più salata, dovrebbe subire un aumento circa del 3% a causa principlamente dell'inflazione: la tassa sui rifiuti nella Capitale e in genere nella regione Lazio costa 40 euro in più rispetto alla media nazionale per una casa da 100 metri quadri in cui vive una famiglia di tre persone. La stima parla, per la precisione, di un incremento del 2,87% che tuttavia nel 2025 dovrebbe azzerarsi, fermo restando che per i cittadini con Isee inferiore ai 6.500 euro l'esenzione è totale.

Non va meglio in altre zone della Penisola, con la città di Asti che dovrebbe registrare un'impennata del 5%/7% per le utenze domestiche e del 4%/5% per le altre. Genova ha in programma un aumento quasi del 7%, probabilmente da suddividere tra il prossimo anno, col 5,5%, e il 2026 con l'1,8%. Si parla, comunque, sempre di stime, dato che saranno poi i singoli Comuni a decidere come smaltire gli aumenti in previsione ed eventualmente allentare la presa sui propri cittadini in situazioni di difficoltà economiche particolarmente pesanti.

Per Firenze all'orizzonte ci sono aumenti del 3,2% sia per imprese che per privati cittadini, mentre Verona attende un rincaro del 7%: la città scaligera ha tuttavia studiato un piano per gravare il meno possibile sulle spalle dei contribuenti, facendo confluire nella quota Tari necessaria parte dei rivcavi della tassa di soggiorno applicata ai turisti. Dopo la botta del +13% per i privati e del 20% per le aziende nel 2023, invece, a Napoli non ci dovrebbero più essere in previsione aumenti. Per Padova l'ipotesi di un +3,3%, per Palermo di un +6%, mentre Ancona e Perugia potrebbero toccare addirittura il +7%.

La speranza è che al più presto possa essere a disposizione di tutti la tanto attesa "Tarip", vale a dire la tassa rifiuti puntuale che verrebbe calcolata sulla base dei rifiuti concretamente

prodotti dal sincolo nucleo familiare. Presente solo in un migliaio di Comuni siti per lo più al Nord, la Tarip premia davvero coloro che effettuano al meglio la differenziata, riducendo al minimo i rifiuti non riciclabili.

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