Valori catastali, è iniziata la caccia ai furbetti del Superbonus 110%

L’Agenzia delle Entrate ha inviato le lettere ai beneficiari della maxi agevolazione fiscale che non hanno comunicato i nuovi valori al Fisco

Valori catastali, è iniziata la caccia ai furbetti del Superbonus 110%
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Parte la caccia ai furbetti del Superbonus 110%. Sono già partite le prime lettere dell’Agenzia delle Entrate ai beneficiari della maxi agevolazione fiscale - che consente una compensazione delle spese spalmata in dieci anni - che finora non hanno comunicato i nuovi valori catastali al Fisco. Si tratta di circa 500mila immobili, come scrive oggi il Sole24Ore. L’ormai ex direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, nella sua relazione di fine anno, aveva annunciato la volontà di intraprendere una compliance bonaria con una campagna per il 2025 «nell’ambito delle attività finalizzate all’aggiornamento della banca dati catastale». Insomma, non un controllo formale ma una verifica fatta incrociando i dati tra le richieste di ottenere i bonus edilizi come gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica e confrontare l’effettiva variazione catastale che la miglioria edilizia genera in base alle risultanze della banca dati catastale.
, per gli immobili per i o la variazione catastale potrebbe aspettarsi una lettera del Fisco.
Secondo le cifre fornite dal quotidiano di Confindustria le cessioni di crediti hanno generato 161,9 miliardi per 18 milioni di operazioni relative a circa 500mila immobil. La discrepanza tra le variazioni catastali e i crediti generati sarebbe notevole, osserva il Sole.
Chi riceverà la lettera potrà dimostrare di aver agito in buona fede e seguendo le regole, anche perché effettivamente la variazione catastale non è obbligatoria per tutte le ristruttirazioni. L’obiettivo dichiarato non è solo stanare i furbetti del Superbonus ma anche avere una mappatura degli immobili più aggiornata.
Al di là del buco nei conti pubblici generato dalla misura che ha superato qualsiasi previsione c’è una cospicua fetta di Superbonus che è servita a generare finti crediti fiscali che hanno ulteriormente inciso negativamente sul bilancio dello Stato, certamente inferiore al Pil generato dalle ristrutturazioni.

Secondo quanto accertato da Guardia di Finanza e magistratura sono quasi 9 i miliardi complessivi di crediti fittizi individuati grazie alla sinergia tra inquirenti e Agenzia delle Entrate da quando sono scattati i controlli antifrode, altri 7 miliardi presentano delle irregolarità contabili e sono stati scartati.

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