Lucio Giordano
da Roma
Basta un clic. E poi dopo essersi collegati a Internet, sul sito www.teche.rai.it, è possibile rivedere alcuni dei materiali darchivio più interessanti della Rai, una memoria storica dellItalia, dal Novecento ai giorni nostri. On line, da ieri e accessibile a tutti, ci sono 1050 clips video, 1576 audio, 3760 fotografie. È sufficiente dunque avere un computer e una linea telefonica per guardare i varietà della Rai o linsediamento del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, prima diretta parlamentare della storia televisiva.
Navigando nello sterminato archivio Rai si può pescare anche un gol di rombo di tuono, al secolo Gigi Riva o il tuca tuca ballato da Alberto Sordi e Raffaella Carrà in una puntata di Canzonissima del 71. Certo, si tratta di pillole. Filmati di due, tre minuti al massimo. Della famosa semifinale mondiale di Messico 70, Italia-Germania 4-3, si possono rivedere solo le reti o poco più. E la scelta del catalogo per il momento è abbastanza limitata. Per dare meglio lidea è come se ci si soffermasse su una bella vetrina, salvo entrare nel negozio e scoprire che gli scaffali sono semivuoti.
Ma esistono margini di miglioramento. Ogni giorno infatti il sito, premiato nel 2003 con il web awards per la sezione cultura, verrà aggiornato con nuovi filmati, legati alla più stretta attualità o alle ricorrenze, come lalluvione di Firenze del 66, che hanno una sezione apposita. Essendo poi trascorsi cinquantanni, il limite di tempo affinché il materiale diventi di dominio pubblico, è possibile anche scaricare dal web i filmati della neonata Rai delle stagioni 54 e 55 e gli spezzoni audio antecedenti quel periodo, come le dichiarazioni politiche sul referendum costituzionale del 46.
Esclusive varie non consentono invece di poter rivedere tutti i filmati. In compenso il navigatore telematico tra breve potrà votare il canale o largomento preferito per poter costruire insieme con Rai Teche, la struttura diretta da Barbara Scaramucci, un palinsesto su domanda. Struttura che per la seconda metà del 2006, in collaborazione con la cineteca nazionale, avvierà la catalogazione e la digitalizzazione del materiale in pellicola a 16 e 35 millimetri, iniziando dai documentari giornalistici.
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