La Confindustria censura tutte le notizie scomode: è bavaglio per il Giornale

Ignorato un articolo su Arpisella e quello sull'agenda del presidente Marcegaglia, richiamato in prima pagina. Censurato il Giornale

La Confindustria censura 
tutte le notizie scomode:  
è bavaglio per il Giornale

Per sapere cosa scrivono i giornali di interessante, anche la Confindustria, come tanti altri enti o società, tutte le mattine prepara per i suoi manager e per gli associati una dettagliata rassegna stampa. Ma non sempre fa sapere proprio tutto quello che è stato pubblicato da quotidiani, periodici, siti Internet, o che è andato in onda in tivù. Specialmente se si tratta del Giornale. Così capita che lunghi articoli del quotidiano milanese, piuttosto che piccole spigolature, escano in edicola, ma spariscano dal suo «mattinale».
È successo ieri, per esempio, quando non era possibile trovare traccia, nella rassegna, di una rubrica «indiscreto» in cui si dava conto della superattività di Rinaldo Arpisella, l’ex portavoce del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, tornato a guidare la comunicazione del vertice di viale dell’Astronomia nonostante la stessa Marcegaglia avesse annunciato che si sarebbe occupato solo dell’azienda di famiglia. Distrazione, probabilmente. E comprensibile, nel caso di un articoletto da una decina di righe a pagina 18. Ma è più difficile che sia stato un caso anche quello di sabato scorso, quando a sparire dalla rassegna è stato un lungo articolo del Giornale, relativo ai tanti (200 in un anno), forse troppi convegni a cui partecipa Marcegaglia. E dire che il «pezzo» era richiamato in prima pagina. Ma poi, a ben guardare, non c’era traccia nemmeno di quella: la rassegna riproduce ogni giorno le «prime» di tutti i maggiori quotidiani, ma sabato il Giornale non c’era. Eppure non mancavano segnalazioni di altri articoli, come il «Giornale di Bordo» di pagina 24 o lo «speciale editoria» alla 33.
Sembra uno di quei casi in cui a pensar male non si fa peccato né si sbaglia: possibile che a sparire siano solo gli articoli critici o le gatte da pelare? Anche perché l’attenzione con cui gli sherpa dell’associazione curano la rassegna è certosina. Si svegliano a notte fonda e producono una mole di lavoro impressionante: solo la rassegna di ieri contava 400 pagine, le prime sei dedicate agli indici.
Resta da chiedersi a cosa può portare una tale impostazione. Una sorta di censura dedicata ai propri «abbonati», ammesso che in una democrazia abbia cittadinanza, può forse funzionare in ambiti particolari. Magari all’interno di un partito per non distrarre i più fragili tra i militanti dalle loro granitiche convinzioni; oppure in una classe della scuola dell’obbligo per insegnare ai minori a leggere i giornali evitando di incappare in notizie imbarazzanti; o a un esercito in guerra per evitare i malumori della truppa. Ma cercare di nascondere a imprenditori e manager, cioè a chi per definizione è classe dirigente, un qualunque tipo di informazione, appare assai bizzarro: i giornali li leggono lo stesso. Per non parlare di Internet. Tanto che ci sentiamo di escludere che un tale indirizzo arrivi dal presidente Marcegaglia.

Anzi, è più facile immaginare la sua irritazione nei confronti dell’incompleta rassegna, letta magari in un momento di fretta, se questa comporta il rischio di farsi cogliere impreparata su una notiziola da conversazione. Staremo a vedere. Già da oggi.

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