Contratti, firmato l'accordo: resta il no della Cgil

Confindustria, Cisl e Uil hanno siglato l’intesa applicativa della riforma. L’accordo non è stato sottoscritto dalla Cgil: ribadite le critiche all’impianto del nuovo sistema dei contratto che sarà unico per i settori pubblico e privato

Contratti, firmato l'accordo: resta il no della Cgil

Roma - Confindustria, Cisl e Uil hanno siglato, ieri sera, l’intesa applicativa della riforma del modello contrattuale. L’accordo non è stato sottoscritto dalla Cgil, che ha ribadito le critiche all’impianto del nuovo sistema dei contratti. La firma formale è avvenuta nella Foresteria di Confindustria in via Veneto a Roma. Dopo l’ok di Cisl e Uil sarà la volta dell’Ugl.

La firma dell'accordo La sigla per l’attuazione della riforma fa seguito agli accordi sottoscritti il 10 ottobre 2008 da Confindustria e Cisl e Uil, gli accordi tra le due confederazioni sindacali e le altre associazioni datoriali e l’intesa-quadro tra Governo e parti sociali sottoscritta il 22 gennaio scorso a Palazzo Chigi. Il nuovo modello contrattuale sarà unico per i settori pubblico e privato mandando definitivamente in soffitta il protocollo Ciampi del ’93. Il contratto nazionale avrà inoltre durata triennale, sia per la parte economica sia per quella normativa e sarà finalizzato a garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi per tutti i lavoratori di qualsiasi settore. Durata triennale anche per il contratto aziendale che servirà invece a legare gli incrementi di salario agli aumenti di produttività raggiunti.

Le innovazioni del contratto L’accordo innova il meccanismo di calcolo per l’aggiornamento dei salari rispetto all’aumento del costo della vita: si abbandona l’inflazione programmata e si adotta un nuovo indice previsionale, l’Ipca che verrà però depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. Una ’sterilizzazionè che varrà anche per il calcolo del recupero dell’eventuale scostamento tra inflazione prevista e inflazione reale, da attuare entro la vigenza contrattuale. L’accordo di questa sera disciplina anche alcuni aspetti delle relazioni sindacali: le piattaforme rivendicative andranno presentate sei mesi prima della scadenza contrattuale mentre la tregua sindacale è stata allungata ad un periodo di 7 mesi complessivi.

Epifani scrive alla Marcegaglia La Cgil non ha firmato l’intesa per l’attuazione della riforma del modello contrattuale. Un "no" già annunciato e ribadito oggi al tavolo di confronto dal leader della confederazione di corso Italia Guglielmo Epifani che ha consegnato una lettera al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia in cui spiega e dettaglia i motivi del rifiuto a firmare del sindacato, ricordando l’esito del referendum promosso dalla Cgil che ha bocciato l’accordo quadro del 22 gennaio ed indicando come "le priorità sono altre".

La replica di Confindustria Emma Marcegaglia si dice dispiaciuta del no della Cgil alla riforma del modello contrattuale e invita il sindacato a ripensarci. Da qui l'invito "a un senso di responsabilità nei contratti di categoria". "Magari potrebbe ripensarci - ha aggiunto - speriamo sia cosi". Guglielmo Epifani ha detto che l’accordo "è un errore, divide lavoratori e sindacati in un momento di crisi in cui si dovrebbe rimanere uniti". "In questo momento di difficoltà economica devono prevalere logiche che ci uniscano", ha continuato la presidente di Confindustria.

"Abbiamo fino all’ultimo cercato di fare il possibile per avere la Cgil al tavolo e abbiamo deciso di andare avanti convinti che questo sia un buon accordo, che va nella direzione europea", ha detto. La Confindustria ha anche fatto tutto il possibile "per legare il salario alla produttività. Abbiamo messo alcune regole perchè i contratti non devono essere un momento di conflitto e far west".

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