Così il governo arricchisce il business dei clandestini

Alberto Indelicato

Caro Mohamed, nella tua ultima lettera, mentre giustamente ti rallegri per le notizie che ti ho fornito a proposito delle ultime decisioni del governo italiano, esprimi qualche preoccupazione per il fatto che le nuove misure possano incrementare la concorrenza di altri operatori del settore. Non c'è dubbio che il numero degli organizzatori di viaggi di quelli che qui erano chiamati «clandestini» - ma speriamo che questa brutta parola tra breve tempo cadrà in disuso - non potrà che aumentare, ma ciò non deve farci temere un abbassamento delle tariffe che pratichiamo. Ho fatto studiare tutti gli aspetti della questione dai nostri esperti e il parere che essi ci hanno fornito è sommamente incoraggiante. Per lo svolgimento della nostra attività ci sono spazi e guadagni per tutti. Al contrario di quel che temi si calcola che noi e i nostri concorrenti potremo aumentare i «prezzi» per il trasporto dei nostri clienti per varie ragioni. Anzitutto, oltre alla sicurezza che, dopo l'ultima indiscriminata «sanatoria» - qui non la chiamano così, ma di questo si tratta - di 350 mila immigrati irregolari, non si potrà rifiutare lo stesso trattamento a tutti coloro che giungeranno nei prossimi anni. Sono state abolite le odiose «quote» per cui ormai l'immigrazione è a numero aperto. Come sai, si troverà sempre qualcuno che dichiarerà di essere pronto a offrire un lavoro, ma anche questo non sarà più strettamente necessario. C'è un altro vantaggio che possiamo offrire per mantenere alte le tariffe: la soppressione dei «centri di permanenza temporanea», i Cpt. I nostri amici negli ambienti politici che ora contano più di prima hanno condotto una battaglia perché fossero chiusi, chiamandoli «lager». Non che i Cpt ci abbiano veramente preoccupati, dato che spesso abbiamo potuto organizzare delle fughe di massa e che dopo un certo periodo è inevitabile che si permetta l'uscita dei confinati.
È vero che il nuovo governo non li ha ancora soppressi e che alcuni ministri parlano di «migliorarli», ma i nostri amici mi hanno assicurato che continueranno la battaglia, magari minacciando di votare contro il governo se non saranno accontentati se non saranno chiusi. Altro vantaggio che possiamo promettere è l'impegno del governo di dare relativamente presto la cittadinanza a tutti. So che ciò appare a molti un vantaggio poco appetibile, ma non mancherà a te e agli altri reclutatori della nostra organizzazione far notare come l’ottenuta cittadinanza permetterà di far giungere tutti i parenti, veri o presunti. In cambio ai nuovi cittadini non sarà chiesto nulla, in particolare nessuna rinuncia a nessuno dei nostri costumi e delle nostre sante tradizioni, come ci chiedevano in maniera petulante e offensiva coloro che erano qui al potere sino a pochi mesi fa.
C'è un ultimo punto che devo segnalarti: gli altri paesi europei si apprestano a mettere in opera una politica diversa da quella italiana. Già la Spagna, l'Austria, la Gran Bretagna applicano misure più restrittive. L'anno prossimo sarà la volta della Francia con un quasi certo governo Sarkozy. Ciò porterà anche alla probabile abolizione del trattato di Schengen o almeno alla sua sospensione nei confronti dell'Italia.

Questo significa che coloro che arrivano ora e ancora per un breve tempo potranno, se lo vogliono, stabilirsi in altri paesi europei, mentre in futuro ciò potrebbe non esser più possibile. Questo è un motivo per cui piuttosto che ribassare le tariffe potremmo addirittura aumentarle. Le nostre prospettive sono per ciò molto incoraggianti. Credimi tuo (firma illeggibile).

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