Roma«Auto blu, sangue blu, cieli blu... nuntereggae più!» cantava Rino Gaetano alla fine degli anni 70. Protestatario e profetico. Perché alla macchina di Stato ben nota anche 30 anni fa, già congiungeva laereo blu. Il jet privato di cui da tempo si servono Luigi De Magistris, Sonia Alfano, alcuni compagni dellItalia dei Valori e poi, via via, incoraggiati dal fatto che lo usa lex-magistrato anti-casta, altri europarlamentari che trovano conveniente affittare Learjet o Gulfstream per raggiungere Strasburgo o Bruxelles, piuttosto che servirsi di voli di linea o di modesti low cost.
Ma come? Lex sostituto procuratore di Catanzaro, noto per linchiesta Poseidon (uso illecito di fondi europei) sè messo al passo con «lor signori»? Pare proprio di sì. E se non cè nulla di male nel noleggiare un jet, resta il fatto che pare quantomeno anomalo che un presidente della commissione di Controllo dei bilanci non si faccia scrupolo di farsi pagare da Pantalone. Eh, già! Perché dopo le modifiche apportate a partire da questa legislatura, il deputato europeo viene rimborsato per le sue spese di trasferimento «a pie di lista», vale a dire presentando la fattura (o il biglietto) del trasporto utilizzato.
E un jet privato costicchia. Visto che per una trasferta a Strasburgo o a Bruxelles con tanto di overnight (aereo a terra pronto a riprendere la strada di casa) il costo si aggira sui 15mila euro. Se si è in 8, circa 1.850 euro a testa. Che è un tantinello superiore rispetto alla tariffa Alitalia su Bruxelles (a/r 1200 euro), ma soprattutto è 17 volte superiore ai prezzi praticati dalla Ryan Air: 108 euro andata e ritorno per Baden Baden (30 chilometri da Strasburgo ma auto blu del Parlamento pronta a portarti a destinazione...) da Ciampino, o solo 61 euro per arrivare a Charleroi, vicino alla capitale belga, anche qui andata e ritorno dal secondo scalo romano.
E invece il fustigatore della politica nazionale, se ne guarda bene dallosservare il controllo dei bilanci. Preferisce la privacy del jet privato assieme a qualche compagno di viaggio e di partito. Che male cè? Paga Pantalone, no? Così è quanto meno singolare trovare proprio ieri in bella evidenza, sul blog dellex-magistrato, una lettera di tal Fabio Amiranda in cui lo si invita a battere «il sistema consociativo di Oligarchi; il partito unico della spesa pubblica finalizzata all'acquisto del consenso; le logiche mafiotiche del Clientelismo, del Nepotismo, dell'Affarismo e della Cooptazione!».
Vizi privati e pubbliche virtù. È la solita vecchia storia. Arricchita semmai dal crescere degli interrogativi sulle vere intenzioni di De Magistris da parte dei suoi colleghi di altri 27 Paesi. Già non avevano compreso appieno la veemenza con cui si era battuto per far varare in aula una condanna per lo stato dellinformazione in Italia (bocciata sia pure per un pelo). Ancor meno hanno capito la sua insistenza nei mesi scorsi per listituzione di una commissione antimafia al Parlamento europeo: «È un problema vostro» gli rispondevano i più generosi, tanto che anche il Pd si è sfilato rapidamente sollevando le ire di Tonino Di Pietro. Ma a destare maggiore stupore è stata lidea evocata del magistrato di far ricorso alla Corte penale internazionale dellAja (che dipende dallOnu) per quei Paesi che stabiliscano linvio di truppe in terra straniera, come è accaduto per lIrak o lAfghanistan.
A Bruxelles e a Strasburgo De Magistris si applica con furore nella difesa dei diritti delluomo; scrive interrogazioni di fuoco sugli scontri di Rosarno, sullemergenza rifiuti in Campania, sullincompatibilità dello scudo fiscale rispetto alla normativa europea e addirittura sul mancato rispetto della cosiddetta «direttiva Seveso» nella costruzione del rigassificatore di Trieste. Ma ci sono poche tracce di interventi sul controllo dei bilanci, dove lhanno collocato al vertice. Forse perché considera lEuroparlamento una discreta mangiatoia da cui (del tutto lecitamente) si può attingere anche laffitto di un jet privato.
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