Costantino, il rampollo della Gherardesca che sogna la Barilla

Marco Cubeddu racconta com'è nata la biografia "ufficiale" dell'eccentrico nobile decaduto

Costantino, il rampollo della Gherardesca che sogna la Barilla

«Vorrei tanto sapere perché Bebe Vio... sì e io no».

«Perché è una campionessa olimpionica di scherma, una ragazzina adorabile, una persona che non si è lasciata abbattere da una malattia terribile e l'ha coraggiosamente trasformata in un punto di forza...».

«Secondo me più che gli handicap fisici ha l'entusiasmo. Sorride sempre. Vince medaglie. Credo che faccia più tenerezza di me perché la gente pensa di essere buona ma sotto sotto è razzista e sottostima i portatori di handicap, quando invece dovrei fare molta più tenerezza io».

«...».

«Giorgio, non capisci, è come se l'essere andato a scuola in un collegio svizzero in cui volevano combattere la mia frocitudine facendomi marciare nella neve non contasse niente, e solo perché non sono un capo scout non mi meritassi di essere strapagato dalle multinazionali, non lo trovi profondamente ingiusto?».

«...»

«Sono così depresso, lei ha vent'anni, io quaranta, lei va alla Casa Bianca all'ultima cena data da Obama, e io faccio fatica a prenotare la saletta privata del mio ristorante preferito e finisce sempre che devo portare a cena la gente in posti che non hanno sedie abbastanza comode. Mi vedono bianco, uomo, con due braccia e due gambe, e mi liquidano umanamente».

«Costa, lo so quanto volevi fare la pubblicità della Barilla, però lo sapevamo che potevano scegliere qualche altro testimonial...».

«Quello che quegli adoratori di scout non sanno è che se io avessi un figlio lo manderei subito dai falchetti rossi».

«Falchetti rossi?»

«Sono un gruppo di scout marxisti che ho conosciuto in Svizzera ai tempi del collegio. Non puoi dirlo alla Barilla? Magari cambiano idea, io sinceramente penso di essere più esperto di prodotti alimentari, specialmente carboidrati. Bebe Vio è una sportiva, mangerà petti di pollo e verdure. Mica mangia i fusilli al gorgonzola. Io sì».

«Sul tuo problema coi carboidrati non ci piove, è solo che non necessariamente quelli della Barilla...».

«È che fuori da San Babila ormai sono perso. La gente non mi ama abbastanza».

«Be', è chiaro che, per esempio, al Sud non sei consideratissimo, in Molise non ci sono possibilità di rilevare il tuo tasso di popolarità talmente sei messo male laggiù...».

«Giorgio, bisogna che ti fai venire un'idea. Ti ricordi quando mi hai costretto a cercare di dimagrire e ho filmato e montato le mie sessioni d'allenamento e la gente ha cominciato ad amarmi anche se ero ciccione e non scopavo?».

«Come potrei dimenticarmi del periodo più faticoso della mia vita?».

«Ecco, per prendere la pubblicità della Barilla, dello yogurt per cagare o per condurre Sanremo al posto di Baglioni ci serve qualcosa del genere, solo che io non ho nessuna intenzione di sudare, perciò come facciamo a farmi amare in Molise?».

«...»

«Devo trovare la maniera di raccontare la tristezza della mia vita in un modo abbastanza antico da essere compreso anche tra le persone luddiste del Sud... tipo un libro?».

«Un libro. Vuoi scrivere un altro libro? Nel 2017?».

«Be', sto per compiere quarant'anni, la mia famiglia è in bancarotta e non ci facciamo più fare i ritratti perché costa troppo... potresti trovare qualcuno che scriva la mia biografia».

«Vuoi che trovi un ghost writer che scriva la tua biografia? Non vuoi scriverla tu?».

«Certo che no. Scrivere libri fa guadagnare troppo poco. Voglio che mi trovi il miglior scrittore sul mercato che racconti al posto mio la mia noiosissima vita in modo da farla sembrare interessante abbastanza per quelli della Barilla da far perdere il posto a Bebe Vio».

Questa è la conversazione tra Costantino e il suo agente, Giorgio Bozzo, che ha dato il via all'infinito calvario che è stato per me l'ultimo anno di giovinezza di Costantino. Naturalmente sono riuscito a sapere come sono andate le cose solo dopo mesi di insistenze e domande a bruciapelo. Quando mi è arrivata la telefonata di Giorgio Bozzo... le cose mi sono state presentate in maniera molto diversa».

«Cubeddu?».

«Chi parla?».

«Sono Giorgio Bozzo, l'agente di Costantino della Gherardesca».

«Ah, tanto piacer...».

«Veniamo subito al dunque. Tu sei uno scrittore, giusto?».

«Ehm, giusto...».

«E sei più bravo a scrivere di come sei in grado di vincere tappe di Pechino Express, giusto?».

«Be', credo proprio... comunque anche se non ho vinto nemmeno una tappa credo di avere dato prova di una certa capacità di sopportazione della fatica e anche di un certo spirito avventuroso...».

«Diciamoci le cose come stanno: in tutte le edizioni condotte da Costa non ricordo molti concorrenti più scarsi di te. Però non ricordo neanche molti altri scrittori, il che ci porta al motivo per cui ti sto chiamando».

«Che quindi non è insultarmi...».

«Che quindi, per ora, non è insultarti. Devi andare immediatamente da Costa, c'è una missione importante per te: scrivere la più grande biografia che un personaggio famoso con le mani bucate possa permettersi. Anzi: scrivere la più grande biografia che il pazientissimo manager di un personaggio famoso con le mani bucate decida che possa permettersi. Pensi di farcela?».

«Be', non so se hai letto qualcosa di mio, tipo il primo romanzo, o i pezzi che ho scritto su Pechino...»

«Non ho avuto tempo, sono stato troppo impegnato a fare in modo che Costa non comprasse un letto d'oro massiccio pregustando il compenso che una certa azienda agroalimentare famosa in tutto il mondo...».

«Come?».

«Niente, parlavo tra me, certo che ho letto i tuoi romanzi, bellissimi, complimenti, specie il terzo, in assoluto il mio preferito».

«Ma ne ho scritti solo due!».

«Davvero? Se fossi il tuo agente non ti permetterei di essere così pigro. Anzi, da tuo nuovo agente ho deciso che la prima cosa che devi fare per la tua carriera è scrivere presto e bene la biografia di Costantino. Fai conto che sia il tuo terzo romanzo».

«Ma io in realtà dopo l'esperienza in tv, visto quello che guadagno con libri e articoli, pensavo di non scrivere mai più una parol...».

«Come puoi essere così avaro con i milioni di lettori che non aspettano altro che un tuo nuovo capolavoro? Se lo scrivi in maniera decente, questo libro venderà milioni di copie e tu diventerai ricco e famoso».

«Ma...».

«Chiama Costantino, ti spiegherà lui quello che devi fare. Ti aspetta per il tè».

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