Un crocifisso a ciascuno dei sessantasette Comuni della provincia di Genova. Lo porterà Roberto Bagnasco, prossimo candidato consigliere regionale del Pdl, che, supportato dal suo Comitato, così sceglie di replicare alla «decisione sbagliata assunta dalla Corte Europea di far togliere il crocifisso nelle aule scolastiche». Raggiungerà ogni sindaco tenendo fra le mani quel simbolo d'identità giudaico-cristiana e libertà. Sulla scorta della proposta di legge dei deputati liguri Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli, in quel riguadagnare passo passo, con l'umiltà della consapevolezza, valori e spazi «non negoziabili». Una sorta di «pellegrinaggio» che ieri Bagnasco ha raccontato senza enfasi e colpi di teatro: «Raggiungerò fisicamente ogni sindaco. Conto di trovarli collaborativi su un tema su cui si può recuperare unità d'intenti. Non a caso ho scelto i Comuni piuttosto che la scuola, perché l'iniziativa deve partire dai sindaci che già vantano esperienza politica e non sono strumentalizzabili. Saranno loro a valutare i modi e i tempi per comunicare con la scuola».
Da Rondanina a Propata a Santo Stefano D'Aveto e Genova. Calendario fitto e partenza dal Tigullio con Zoagli. Oltre al crocifisso Bagnasco consegnerà ai sindaci una lettera personale sui contenuti dell'iniziativa; il testo della proposta di legge «sull'esposizione del crocifisso e del ritratto del Presidente della Repubblica quali simboli della tradizione e dell'unità della Patria, nelle scuole e negli uffici»; i moduli per la raccolta firme di adesione e sostegno alla proposta di legge, col suggerimento di una mozione sul tema da far approvare in consiglio comunale. Incontro e apertura nel segno della croce, assimilata quanto scontata, abbracciata in silenzio e con il pudore di urlarla forte. Ma «questa sentenza - confessa Bagnasco - ci ha costretto alla presa di coscienza di quanto sia importante quell'identità giudaico-cristiana che fu un errore non inserire nei preamboli della Costituzione Europea. E certi errori si pagano». Bagnasco ha con sé amici provenienti un po' da tutti i Comuni, a battersi, perché in gioco c'è quella tradizione intima e sacra su cui poggia il senso dell'oggi.
È quel colpo potente che paradossalmente ha spinto Scandroglio Cassinelli e gli altri a firmare la proposta di legge: «In Parlamento - conferma il coordinatore regionale - in maniera diffusa, anche se la sinistra tentenna, molti sperano che l'Europa ci metta una pezza. Abbiamo proposto una disposizione di legge che non esiste, e stupisce che ci sia necessità di disciplinare qualcosa che dovrebbe essere nel comune sentire». Con la veemenza per quella croce universale che salva l'uomo e lo libera: «Se anziché questo simbolo ci fosse quello dell'Islam, nessuno si azzarderebbe a chiedere di mettere il crocifisso. A dimostrazione che non è solo una questione religiosa, ma segno di profonda democrazia». Ecco la valenza di una proposta in cui si incontrano «il simbolo del Presidente della Repubblica, che è irrinunciabile, e la croce, che però sta prima della Costituzione, scritta in virtù di questa cultura giudaico-cristiana. Ed è bello che Bagnasco vada in tutti i Comuni». Calendario fitto, consultabile sul sito www.robertobagnasco.it, ma esperibile nella sostanza. Un crocifisso in mano che è viatico di libertà, fuori dai giochi politici con quel colpo di reni a recuperare il Vero nel tutto. Messaggio di progetto comune e ritrovata sostanza, sui cui ripuntella il vice presidente del consiglio provinciale Maurizio Barsotti.
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