Genovese potrebbe non vedere più il carcere. Spunta l'ipotesi dei domiciliari

L'ex imprenditore del web è stato condannato per violenza sessuale ai danni di due modelle. Con lo sconto di pena gli restano 4 anni in clinica o ai servizi sociali

Genovese potrebbe non vedere più il carcere. Spunta l'ipotesi dei domiciliari

Alberto Genovese potrebbe non dover più rientrare in carcere. All'ex imprenditore del web, condannato per violenza sessuale nei confronti di due modelle, restano da scontare poco più di quattro anni che, come ben precisa il giornalista Guastella sulle pagine del Corriere della Sera, potrebbe trascorrere in affidamento ai servizi sociali oppure in regime di detenzione domiciliare nella struttura di recupero per tossicodipendenti dove si trova attualmente. In buona sostanza, beneficiando della Riforma Cartabia, il 45enne rischia di tornare in cella solamente per 2 mesi e 10 giorni.

La rinuncia all'Appello

Il 19 settembre scorso, Genovese è stato condannato in abbreviato a 8 anni e 4 mesi per i reati di violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Sintetizzando i fatti: secondo l'accusa, l'imprenditore violentò due modelle dopo averle stordite con un mix di droghe. Il primo episodio risale a settembre del 2020, nell'attico milanese dell'imputato, e coinvolge una modella 18enne. Il secondo stupro, invece, avvenne sull'isola di Ibizia, a Villa Lolita, la residenza estiva del 45enne, a luglio dello stesso anno. A farne le spese fu una ragazza di 23 anni che raccontò di essere stata abusata da Genovese e la compagna dell'epoca, Sarah Borusso (quest'ultima è stata condannata a 2 anni e 5 mesi).

Dopo aver trascorso 9 mesi in carcere, l'ex "re delle startup", è stato trasferito in una clinica di recupero per tossicodipendenti. Dal giorno dell'arresto (il 6 novembre 2020) ad oggi, sono trascorsi più di due anni. Nel frattempo è intervenuta la riforma Cartabia che prevede uno sconto di pena per chi, condannato in abbreviato, rinuncia all'appello. Strategia che è stata adottata proprio dai legali del 45enne, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, i quali hanno deciso di non impugnare la sentenza in secondo grado.

Perché Genovese potrebbe non andare in carcere

Il nuovo comma 2-bis dell’articolo 442 del Codice Penale prevede che, in caso di mancata impugnazione da parte dell’imputato e del suo difensore contro la sentenza di condanna pronunciata all’esito del giudizio in abbreviato, la pena comminata possa essere ulteriormente ridotta di un sesto dal giudice dell’esecuzione. Nel caso specifico di Genovese, detratti lo sconto di pena, il periodo già trascorso in carcere e ai domiciliari, e la liberazione anticipata per buona condotta, all'ex imprenditore dovrebbe restare una pena complessiva di circa 4 anni e due mesi.

Per ottenere l'affidamento terapeutico, in caso di reato "ostativo", qual è la violenza sessuale, è necessario che il periodo da scontare scenda sotto i quattro anni. A questo punto, le ipotesi sono molteplici: il 45enne potrebbe restare in regime dei domiciliari nella clinica dove si trova attualmente oppure rientrare in carcere ed aspettare il prossimo aprile quando "avrà diritto di chiedere l'affidamento", precisa il Corriere.

Fatto sta che il Tribunale di Sorveglianza di Milano potrebbe anche non concedergli la misura alternativa poichè pende un'inchiesta in cui Genovese è accusato di altre violenze, di aver detenuto immagini pedopornografiche e di aver tentato di comprare il silenzio della modella 18enne. Domani la sentenza per i reati di violenza sessuale e cessione di stupefacenti diventerà definitiva.

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