Alemanno resta in carcere: dovrà scontare 22 mesi a Rebibbia

Il tribunale di Sorveglianza ha depositato un'ordinanza con cui revoca in via definitiva l'affidamento in prova ai servizi sociali dell'ex ministro ed ex sindaco di Roma

Alemanno resta in carcere: dovrà scontare 22 mesi a Rebibbia
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Resta in carcere l'ex ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno, arrestato la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali. Dovrà scontare un anno e dieci mesi di pena e per i giudici dovrà farlo nel carcere di Rebibbia. Il tribunale di Sorveglianza ha infatti depositato un'ordinanza con cui revoca in via definitiva l'affidamento in prova ai servizi sociali, dopo che al politico era stata contestata la violazione delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa.

Alemanno - lo ricordiamo - era stato condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi per l'accusa di traffico di influenze illecite in uno dei filoni della maxi inchiesta Mondo di Mezzo mentre era stato assolto dal reato di corruzione. L'ex sindaco, che doveva svolgere attività presso la struttura Solidarietà e Speranza, è stato accusato di una "gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte" e quindi condotto nel carcere di Rebibbia con un provvedimento d'urgenza rispetto al quale non erano mancate critiche. "Ritengo che sia proprio una vergogna quello che gli è accaduto e dimostra il livello barbarico del nostro sistema giuridico", aveva ad esempio lamentato sui social il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

Sempre secondo i giudici l'ex sindaco avrebbe presentato falsa documentazione per giustificare impegni lavorativi ed evitare i servizi sociali, oltre ad aver incontrato in tre occasioni tra marzo e settembre scorsi un pregiudicato, l'ex avvocato Paolo Colosimo, condannato in via definitiva nel 2018 a 4 anni e sei mesi. Il tribunale di Sorveglianza doveva decidere se confermare il carcere o se ripristinare l'affidamento ai servizi sociali per l'ex ministro delle politiche agricole e forsestali. E il pronunciamento ha stabilito la revoca dell'affidamento, con la conseguente permanenza in cella. I difensori dell'ex sindaco valutano ora un ricorso in Cassazione per impugnare la decisione della Sorveglianza.

"Ho sbagliato, ma l'ho fatto perchè amo la politica", aveva detto Alemanno durante l'udienza davanti al tribunale di Sorveglianza venerdì scorso. Il procuratore generale, nel corso dell'udienza, aveva chiesto per l'ex sindaco di Roma la revoca dal momento della prima trasgressione che risalirebbe, secondo quanto si apprende, a novembre.

Se fosse passata quella linea - ricostruisce l'Agi- avrebbe scontato 18 mesi, invece dei 22 per i quali è stato condannato per l'accusa di traffico d'influenze in uno dei filoni dell'inchiesta Mondo di Mezzo, nella quale è stato assolto da tutte le altre accuse. Inoltre, con la buona condotta, l'ex sindaco, difeso dall'avvocato Cesare Placanica, sarebbe uscito dal carcere dopo 12 mesi. Il tribunale di Sorveglianza ha invece scelto di condannarlo a un anno e 10 mesi.

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