"Bari? Lampedusa era più vicina". Così la Ong dei migranti ha sfidato il governo

Le organizzazioni non governative con sempre più spregiudicatezza alzano il tiro contro il governo e la Louise Michel di Banksy ingaggia il duello con le autorità a viso aperto

"Bari? Lampedusa era più vicina". Così la Ong dei migranti ha sfidato il governo
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Le rotte dei migranti nel Mediterraneo nell'ultimo anno si sono notevolmente svuotate. La strategia messa in atto dal governo Meloni ha permesso di ridurre di oltre il 60% il numero di persone che lasciano le coste del Nord Africa per raggiungere l'Italia. Parte dei flussi si è spostato sulle rotte atlantiche, verso le isole Canarie, ma il resto ha rinunciato, almeno per il momento, a partire. Le Ong continuano a operare lungo la rotta Mediterranea e il modus è sempre lo stesso: si posizionano davanti alle coste libiche per alcune ore, spesso giorni, e aspettano che i gommoni partano per recuperarli.

L'ultima è stata la tedesca Louise Michel, un motoscafo veloce finanziato dall'artista Banksy, alla quale era stato assegnato il porto di Bari. Tuttavia, l'equipaggio ha deciso arbitrariamente di dirigersi verso Lampedusa. Qui, dopo un braccio di ferro, ha ottenuto il porto di sbarco ma una volta attraccato ha subito il fermo da parte della procura per non aver rispettato l'indicazione. Una vera e propria richiesta di ingaggio a duello per il governo, che ora l'organizzazione ha deciso di sfidare con l'ennesima nota arrogante. "L'Italia sta bloccando sistematicamente le navi di soccorso mentre le persone annegano ogni giorno", si legge nel comunicato, in cui si accusano le autorità di avanzare accuse infondate nei confronti delle organizzazioni.

"La Louise Michel è stata arrestata per non aver navigato verso il porto assegnato, che non era il porto sicuro più vicino disponibile, a causa di condizioni meteorologiche avverse", prosegue la nota. Un'ammissione di violazione che per l'organizzazione appare come una medaglia al valore ma che, nel mondo reale, rappresenta un reato. "Chiediamo alle autorità italiane di finirla di ostacolare le attività di ricerca e soccorso delle Ong a protezione dei diritti fondamentali delle persone in difficoltà in mare", conclude la nota.

La legge Piantedosi ha imposto a queste navi di effettuare un solo intervento per volta prima di dirigersi verso il porto che le autorità italiane decidono per le navi ma le Ong, per le quali le operazioni di soccorso in mare sono per lo più atti politici più che solidali, causano spesso tensioni, violando le disposizioni.

Per loro la violazione rappresenta un'occasione per ingaggiare una sfida con il governo, per poi sollevare la polemica e sperare di ottenere la sponda politica delle opposizioni. È una strategia di logoramento quella delle organizzazioni non governative, alla quale per il momento il governo sembra essere immune.

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