Brandizzo, la moglie di un operaio ucciso dal treno: "L'ho saputo da Facebook"

Lo sfogo della moglie di Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai morti nell'incidente ferroviario di Brandizzo: "Lo Stato mi ha abbandonata". Il sindaco ha avviato una raccolta fondi per aiutare la famiglia

In foto Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai morti nel disastro ferroviario
In foto Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai morti nel disastro ferroviario
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"Mi sono sentita abbandonata dallo Stato". È il duro sfogo di Daniela, la moglie di Giuseppe Sorvillo, 43 anni, uno dei cinque operai morti nell'incidente ferroviario di Brandizzo, lo scorso 30 agosto. Ieri mattina, un'agente della polizia scientifica ha bussato alla sua porta per poter raccogliere campioni di Dna utili al riconoscimento delle spoglie del marito. Intanto il sindaco della piccola cittadina torinese, Paolo Bodoni, ha avviato una gara di solidarietà per aiutare la donna e i suoi due figli, una bambina di 9 anni e un maschietto di 7, rimasti orfani del papà.

Lo sfogo di Daniela

"Ho saputo dell'incidente e della morte di mio marito da Facebook", avrebbe raccontato Daniela ad alcuni conoscenti. La donna vive in un'abitazione a due passi dalla stazione di Brandizzo, lungo una stradina sterrata che costeggia i binari ferroviari. Eppure, la sera del 30 agosto, non si è accorta di nulla. "Ho guardato Facebook, ho letto i nomi delle vittime e ho visto quello di Giuseppe (il marito ndr). - ricorda - Mi sono sentita abbandonata dallo Stato".

La raccolta fondi

Da quando è avvenuta la tragedia, il sindaco di Brandizzo si è fatto in quattro per aiutare Daniela i suoi figlioletti. Non solo si è dato da fare per disbrigare tutte le pratiche relative al mutuo della casa, che la banca ha sospeso per sei mesi, ma anche avviato una raccolta fondi per poter contribuire alle spese della famigliola. L'iniziativa, lanciata attraverso la Onlus "Una finestra su Brandizzo", ha ricevuto moltisse adesioni. Tanto che sono stati raccolti già 24mila euro, una cifra enorme per un paesino che conta poco più di 9mila abitanti. "Ma io non voglio l'elemosina", puntualizza Daniela al Corriere della Sera con encomiabile dignità e fermezza.

"No ai funerali di Stato"

Lei e il marito si erano trasferiti da Caserta alcuni anni fa. Insieme avevano realizzato il sogno di mettere su famiglia: due splendidi bambini e una casa modesta. Fino a quando la tragedia si è portata via tutto, mandando in fumo i sacrifici di una vita intera. La sera del disastro ferroviario, Giuseppe era uscito di casa tranquillo: la cena, un bacio alla moglie e la buona notte ai figli.

Un'intimità che Daniela intende mantenere anche per le esequie: saranno celebrati in forma privata. "I funerali di Stato sarebbero un altro strazio", dice prima di chiudersi ancora una volta nel suo dolore.

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