Caso Ramy, i carabinieri e il video del testimone: "Agito per codice etico"

I due carabinieri, ascoltati in separata sede, hanno fornito una versione pressoché identica. Nel frattempo Fares, che era alla guida del motociclo, ha denunciato per lesioni quattro militari

Caso Ramy, i carabinieri e il video del testimone: "Agito per codice etico"
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Il caso di Ramy Elgaml, morto lo scorso 27 novembre a seguito della forzatura di un posto di blocco dei carabinieri e relativo inseguimento, procede nelle aule della procura. Oggi sono stati ascoltati i due carabinieri che, come si vede nelle immagini registrate dalle relecamere di sorveglianza del Comune di Milano, si sono avvicinati a un presunto testimone che stava riprendendo con il suo smartphone. L'uomo, un autista Ncc, in tv e agli investigatori ha raccontato che i due militari gli hanno intimato di cancellare i video che, a suo dire, avrebbero immortalato le fasi finali dello schianto. Le due versioni fornite, però, non combaciano e il telefono dell'uomo è sotto indagine forense per recuperare il presunto video.

Nel frattempo, i due carabinieri ascoltati oggi in procura a Milano in separata sede hanno raccontato di aver diffidato l'uomo dal pubblicare i video online, convinti che avesse fatto un video delle fasi dei soccorsi e del massaggio cardiaco. Hanno spiegato di aver agito in aderenza al codice etico, per evitare che la morte di un ragazzo e il ferimento di un altro potesse diventare materiale social. Le versioni dei carabinieri, da quanto si apprende, sono molto simili. Nel frattempo, Fares Bouzidi, che guidava lo scooter e che è materalmente responsabile della fuga dall'alt dei carabinieri, ha denunciato quattro militari del Nucleo Radiomobile di Milano coinvolti nell'inseguimento. L'agenzia Agi è entrata in possesso dell'atto nel quale si legge che uno dei carabinieri è stato denunciato perché "alla guida della vettura denominata Volpe 40, Alfa Romeo Giulietta, mentre mi inseguiva per la fuga che ponevo in essere alla guida del motociclo [...] deliberatamente mi speronava urtando con la parte anteriore sinistra della vettura condotta la parte posteriore destra del motociclo, causandone la perdita di controllo e comprimendo il motociclo contro il palo semaforico presente che veniva abbattuto dall'autovettura stessa, così cagionandomi lesioni personali".

C'è poi una denuncia di falso a carico dei militari, in quanto Bouzidi, tra le altre cose, sostiene che non sia vero, come scritto nei verbali che "causa del sovrasterzo scivolava scarrocciando a velocità sostenuta sul marciapiede sino ad impattare prima con il palo semaforico pedonale e terminando la sua corsa contro un'aiuola presente". Nella sua versione, sostiene che il carabiniere alla guida "speronava volontariamente il motociclo da me condotto e che la caduta al suolo era causata da tale speronamento e dalla successiva spinta e compressione del motociclo contro il palo semaforico". Questa mattina a Milano, poche ore prima che i due carabinieri venissero sentiti in procura, i loro colleghi della Polizia di Stato hanno effettuato un inseguimento durato 3 Km che si concluso con lo schianto del motociclo contro una vettura parcheggiata. A bordo viaggiavano due persone, che non si sono fermate all'alt. Uno di loro è stato fermato, si tratta di un marocchino 24enne, con precedenti e irregolare.

Il passeggero è fuggito e non ci sono feriti. Dai successivi accertamenti è emerso che la persona arrestata è stata controllata più volte con Fares e Ramy. È stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di chiavi.

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