Emergono le prime crepe all’interno della famiglia di Liliane Murekatete, moglie di Aboubakar Soumahoro, deputato eletto nella lista dei Verdi-Sinistra italiana. Le accuse riguardanti la gestione dei migranti sono gravi: oltre alla malagestione e ai maltrattamenti nei confronti degli stranieri arrivati in Italia ci sarebbero anche fatture false e fondi distratti all’estero. Ciò è bastato a Liliane per decidere di prendere le distanze dall’operato della madre Marie Therese Mukamitsindo e suo figlio Michel Rukundo che, invece, viaggiano compatti in tribunale. Già da un po’ è partito il gioco dello scaricabarile, con il rimpallo delle responsabilità, che rende ancora più confusa l’intera vicenda. I giudici hanno costruito il castello accusatorio su “un meccanismo illecito fraudolento a gestione familiare”, ma la moglie del parlamentare Soumahoro non ci sta. Attraverso i suoi legali, che non sono quelli della madre, ha presentato una documentazione nella quale afferma che non era a conoscenza dell’attività illegale svolta nei confronti dei migranti.
La difesa estrema di Soumahoro
Tutto questo accade proprio mentre il deputato Soumahoro cerca di difendersi con le unghie e con i denti dal mare di fango che gli è caduto addosso. Tutti attendono che il partito prenda provvedimenti concreti nei suoi riguardi, ma il parlamentare si dice tranquillo. “Prenderò atto delle decisioni del gruppo che mi ha eletto da indipendente – ha dichiarato al Corriere della Sera – e accetterò ciò che in cuor loro reputeranno opportuno fare. Da parte mia c'è massima serenità d'animo”. Soumahoro non è coinvolto nella vicenda della moglie, ma rischia l’espulsione. Per il momento, comunque, non sembra ci siano all’orizzonte provvedimenti sanzionatori da parte dei vertici di Sinistra italiana. È lo stesso leader della formazione politica Angelo Bonelli a confermarlo. “Nessuna espulsione – ha affermato – si è già autosospeso. Non è cambiato nulla”.
La mossa di Liliane Murekatete
La moglie di Soumahoro, Liliane, invece è in pieno movimento. Ha confermato di essere innocente perché non era consapevole del meccanismo fraudolento messo in atto dalla madre Marie Therese Mukamitsindo e da suo figlio Michel Rukundo, i quali si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in tribunale. Ora si dovrà attendere lo svolgersi di un processo che si preannuncia difficile e articolato.
Diversi sono i dubbi da sciogliere, in particolare si dovrà spiegare per quale motivo, nonostante le tante obiezioni presentate nei confronti della gestione dei migranti da parte dell’organizzazione di Mukamitsindo, sono continuati ad arrivare fondi pubblici. Di fronte alle ispezioni, che evidenziavano anomalie, nessuno è intervenuto per approfondire e ciò dovrà essere sicuramente valutato in sede giudiziaria.
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