Avrebbe adescato i clienti per poi minacciarli con un coltello. E per farsi consegnare una somma decisamente più alta rispetto a quella pattuita, non esitava a minacciare di spifferare tutto sul loro incontro alle rispettive mogli o fidanzate. Per queste ragioni quindi, una trans di 38 anni è finita proprio nelle scorse ore davanti al Collegio del Tribunale penale di Perugia, con l'accusa di estorsione. Stando a quanto riportato dal sito online Perugiatoday.it, la procura del capoluogo umbro le contesta una serie di estorsioni che sarebbero avvenute negli scorsi anni ai danni di più clienti. Dinamiche differenti, accomunate però dal medesimo modus operandi: in tutti gli episodi contestati, avrebbe utilizzato un coltello a serramanico o un punteruolo per ricattare la clientela prima o dopo aver contrattato la prestazione sessuale, facendo presente di essere disposta a raccontare tutto ai rispettivi familiari.
La casistica apparirebbe piuttosto variegata: in un caso, la trentottenne sarebbe ad esempio entrata con una scusa nell'auto di un cliente che si era fermato per contrattare. Una volta all'interno dell'abitacolo, avrebbe puntato la lama contro l'uomo e sarebbe riuscita a farsi consegnare subito 500 euro, costringendolo a prelevare la cifra in contanti da due differenti sportelli. Prima di abbandonare la macchina però, si sarebbe impossessata persino del libretto di circolazione e delle chiavi del mezzo, per completare il ricatto: "Per riavere indietro chiavi e libretto devi portarmi 3mila euro, domani. In caso contrario verrò a cercarti: so dove abiti".
Ancora peggio sarebbe andata ad un altro cliente, costretto sotto ricatto a corrisponderle (in più tranche, nel giro di un mese) una somma complessiva superiore a 10mila euro. Questo episodio risalirebbe all'estate del 2017, quando i due si accordarono per un rapporto sessuale a fronte di un compenso di 40 euro. Solo che al termine della prestazione, la transessuale sarebb, in primis riuscita a farsi consegnare altri 500 euro, sottraendo i documenti del veicolo e nel giro di poche settimane lo avrebbe costretto a consegnarle prima altri 4mila euro, poi una seconda tranche da 5mila e per concludere due mini-tranche rispettivamente da 500 e 1000 euro. Sempre sfruttando il "solito" ricatto: "Dammi i soldi che ti chiedo, altrimenti dirò a tua moglie della nostra relazione".
Nella sua rete sarebbe caduta anche una terza persona, nel 2018, costretta a darle 250 euro dopo essersi vista puntare alla gola un punteruolo. Il collegio giudicante ha disposto l’acquisizione dei verbali delle indagini preliminari e rinviato per la discussione al 28 febbraio prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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