Era finito a processo con l'accusa di aver massacrato di botte la moglie, insultandola ed umiliandola a più riprese. E nelle scorse ore è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione, per una pena ridotta di un terzo in quanto si trattava di un procedimento con rito abbreviato. Protagonista della vicenda che arriva da Castelnuovo Rangone (un paese situato in provincia di Modena) è un uomo di 48 anni originario del Ghana, che era stato accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti della consorte, una connazionale di 36 anni. Il tribunale di Modena ha così posto fine ad una brutta storia di percosse e vessazioni durata anni. Emersa a quanto sembra quasi per caso, a seguito di un ricovero in ospedale della donna a causa delle violenze subìte.
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, i fatti in questione si riferivano perlopiù al 2021, ma l'atteggiamento prevaricatore del marito andava avanti da diverso tempo. Lo straniero non avrebbe infatti esitato a maltrattare la moglie, insultandola per motivi futili e mettendole le mani addosso quando non aveva intenzione di eseguire i suoi ordini. Calci, schiaffi, spintoni erano a quanto sembra all'ordine del giorno, in un clima di vero e proprio terrore acuito dalle minacce di morte che il quarantottenne le rivolgeva non di rado. In almeno un paio di occasioni poi, la donna è stata costretta a ricorrere alle cure del personale del pronto soccorso e dell'ospedale modenese, a causa delle lesioni riportate. "Mi minacciava, mi strattonava - le dichiarazioni della vittima, riportate dal quotidiano Il Resto del Carlino - spesso mi ha picchiata e sono stata medicata in ospedale per due volte. Avevo paura".
Proprio il timore più che mai concreto di eventuali ritorsioni violente da parte del partner ha fatto sì che l'aggredita decidesse di restare in silenzio per mesi e mesi, evitando di denunciare quel che stava subendo. Ad essersi rivelato decisivo, con il senno di poi, sembrerebbe esser stato proprio l'ultimo ricovero in ospedale (risalente a circa un anno e mezzo fa) che ha fatto scattare il protocollo del "codice rosso" previsto in casi di violenza di genere.
A quel punto, la vittima dei maltrattamenti ha sporto denuncia: era stata allontanata dall’abitazione coniugale e gli accertamenti successivamente svolti dai carabinieri avevano confermato le accuse a carico del coniuge. Fino al verdetto: all'imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche e l'aggravante del reato abituale, con le motivazioni che verranno rese note nei prossimi giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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