Ventinove cittadini nigeriani erano stati arrestati lo scorso settembre, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Ma proprio nei giorni scorsi, dieci di loro sono stati scarcerati dal tribunale del Riesame di Venezia. Il motivo? Stando a quanto riportato oggi dal Giornale di Vicenza, l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ne disponeva la custodia altro non era che una copia della richiesta cautelare della procura. E i giudici del Riesame l'hanno quindi annullata. Tutto è iniziato circa due mesi fa, quando le forze dell'ordine sgominarono una presunta organizzazione criminale di base a Vicenza, che si era specializzata nel rifornimento della piazza di eroina e cocaina nel capoluogo e in varie zone della provincia veneta. L'associazione a delinquere era organizzata in modo piramidale, con alcuni collaboratori incaricati di reperire e rifornire continuamente la piazza con ingenti quantitativi di droga contenuti in ovuli (che venivano ingeriti per eludere i controlli antidroga).
Secondo quanto ricostruito, gli ovuli erano a quanto sembra segnati con dei numeri per facilitare lo smercio nelle varie aree di spaccio e per facilitare la consegna ai vari spacciatori. I carabinieri avevano inoltre sequestrato 430 grammi di cocaina, 1,6 kg di eroina e denaro contante per una cifra che si aggirava sui 50mila euro. Erano quindi scattate le manette per i principali indiziati, fino alla scarcerazione decretata dai giudici del Riesame. Secondo questi ultimi il provvedimento del gip era "il frutto di un'opera di "taglia e cuci" della richiesta cautelare, come chiaramente evincibile dall'identità linguistica e grafica dei due atti in molteplici passaggi, dall'assenza di parti motivazionali autonomamente redatte dal gip, nonché dalla presenza, nel testo dell'ordinanza, di numerosi refusi". A presentare la domanda di scarcerazione sono stati gli avvocati dei cittadini stranieri finiti in carcere.
"Nell’ordinanza impugnata - scrive il giudice Alessandro Gualtieri, presidente del Riesame - a fronte di un massiccio utilizzo della tecnica del cosiddetto "copia-incolla", non sono riscontrabili passaggi motivazionali che consentano di ritenere eseguita un’effettiva disamina, da parte del gip, degli elementi probatori sottoposti alla sua attenzione e del valore indiziario eventualmente attribuibili agli stessi. Non è quindi desumibile la conoscenza degli atti e conseguentemente la rielaborazione critica degli elementi sottoposti al vaglio giurisdizionale, difettando qualsiasi significativo indice di autonomia".
Da qui la decisione di dichiarare nullo il provvedimento impugnato dai legali degli indagati "ai sensi di quanto previsto trattandosi di vizio rilevabile d’ufficio dal tribunale del Riesame".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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