Avrebbe insultato ed aggredito la moglie per anni, prendendola a male parole per futili motivi. E un giorno, durante l'ennesima lite, le ha puntato un coltello alla gola urlandole che in India una come lei sarebbe già morta. Protagonista della vicenda è un cittadino indiano di 61 anni, condannato nelle scorse ore dal tribunale di Ancona a due anni e due mesi di reclusione. Stando a quanto riportato dalla stampa marchigiana, la donna sarebbe stata vessata per ben otto anni. I soprusi iniziarono infatti nel 2014, quando il marito perse il lavoro e sviluppò una dipendenza dall'alcol. E da quel momento, aveva a quanto sembra istituito un vero e proprio regime di terrore, fra le mura domestiche: ogni divergenza di vedute, anche per le ragioni più banali, poteva diventare motivo di aggressioni verbali e fisiche. Seguite da vere e proprie minacce di morte.
La vittima: "Non ho denunciato prima perché avevo paura"
"Prima ti ammazzo, poi vado in galera", una delle frasi che il marito talvolta le rivolgeva al culmine di quegli scatti d'ira. Non di rado avrebbe preso la consorte a calci e pugni, al pari del figlio. "Quando beveva reagiva così, con violenze anche fisiche - ha dichiarato la vittima agli inquirenti, sulla base di quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino - è capitato che mio figlio intervenisse per fermarlo, ma mio marito poi si scagliava anche contro di lui. Percosse? Sì, le abbiamo subite. Non siamo però mai andati in ospedale per paura di ritorsioni. Non volevo distruggere la famiglia". La donna ha quindi sopportato soprusi e vessazioni per quasi un decennio, sino all'episodio che l'ha convinta a denunciare quel che stava subendo: lo scorso settembre, nel bel mezzo dell'ennesima discussione, il marito si sarebbe infatti spinto ancora oltre.
Le minacce e la condanna
Fuori di sè dalla collera, dopo aver inveito contro di lei ha afferrato un coltello per puntarglielo alla gola. "Se fossimo in India, tu saresti già morta", le avrebbe urlato. Il tutto si sarebbe concretizzato davanti ai due figli della coppia, i quali hanno assistito con sgomento alla scena. E ad allertare i carabinieri è stata proprio la figlia: all'arrivo dei militari dell'Arma, la donna ha poi trovato il coraggio di denunciare il marito. A quel punto è scattata la procedura prevista dalla legge per il "codice rosso" che tutela le donne vittime di violenze: lo straniero è stato sottoposto a divieto di avvicinamento al nucleo familiare, con tanto di braccialetto elettronico.
E dopo il rinvio a giudizio, è stato condannato per maltrattamenti in famiglia. Anche se la storia potrebbe non essere finita, visto che la difesa dell'imputato ha fatto sapere di attendere le motivazioni della sentenza per un eventuale ricorso in Appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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