«Soci» pure nell’abbigliamento kitsch: tuta da maranza, bomber da vacanze di Natale a Cortina (il film) e psichedeliche scarpe da ginnastica. Stefania Nobile e Davide Lacerenza si sono presentati così (a pochi minuti l’una dall’altro) al Palazzo di giustizia di Milano. Giusto il tempo per dire al Gip: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere» come consigliato dal loro comune avvocato, Liborio Cataliotti, valente legale di famiglia della coppia Wanna Marchi-Stefania Nobile fin dai tempi delle loro prime grane giudiziarie. Per fortuna della matriarca Wanna, almeno questa volta, lei è estranea all’«inchiesta Gintoneria»; non così la figlia Stefania che con il suo ex fidanzato Lacerenza sono invece coinvolti pesantemente nelle indagini sulle presunte attività illecite svolte nel locale in zona Stazione Centrale dove - secondo l’accusa - si «favoreggiava e sfruttava» la prostituzione oltre a «consumare e spacciare droga»; un giro di soldi turbinoso gestito attraverso - questa sempre l’ipotesi dei pm - modalità di «auto riciclaggio» su conti esteri, oggetto anch’essi dell’interesse degli investigatori. La Procura ritiene la figlia di Wanna Marchi l’amministratrice di fatto della Gintoneria dove clienti facoltosi avrebbero acquistato, a carissimo prezzo, «pacchetti» di champagne, cocaina ed escort. Individuare il sottile crinale tra libero arbitrio ed eventuale commissione di reati è il compito che spetta ora alla magistratura.
Nell’attesa (presumibilmente lunghissima) che emerga la verità, l’avvocato Cataliotti garantisce di avere «la massima fiducia e il massimo rispetto per questa indagine, sia nei confronti dei pm sia nei confronti della Guardia di Finanza». Aggiungendo però che «non è ancora il momento di rispondere nell’indagine perché conosciamo sì l’entità delle accuse, ma non gli atti che le supportano. I miei assistiti hanno preso atto delle accuse che conoscevano. E hanno ricevuto ammonimenti sulle restrizioni dei domiciliari come il divieto di interloquire con altre persone, perché sono domiciliari molto rigorosi»; «Oggi - ha concluso il legale - abbiamo rappresentato al giudice solo un’esigenza di allontanamento per motivi medici e non abbiamo avanzato richieste di revoca della misura. Bisogna prima vedere atti e poi ragionarci, per ora si è parlato solo della natura delle accuse e non delle prove che le supportano».
Successivamente il gip ha ascoltato altre ragazze habitué della Gintoneria: «Eravamo a disposizione, o ci rapportavamo direttamente coi clienti quando eravamo già dentro il locale, oppure venivamo chiamate se eravamo fuori per andare dai clienti speciali», la sintesi delle loro audizioni.
Intanto lo «show» di questi giorni - praticamente in diretta social - si sviluppa su tre ambiti distinti: 1) quello giudiziario; 2) quello moralistico (l'ipocrisia di quanti fingono di stupirsi che in certi locali circolino escort e cocaina); 3) quello folcloristico (il più tragicomico di tutti, con al centro personaggi che farebbero ridere se non facessero piangere).
Ieri Quarta Repubblica, la trasmissione di successo di Nicola Porro, ha animato una puntata spumeggiante (inevitabile, visto che si parlava anche di champagne e "sciabolate"...) con la testimonianza di Giuseppe Cruciani, di cui circolano sul web video dove fra i tavoli della Gintoneria stappa bottiglie incoraggiato dal titolare del locale Davidone (che lo invita perfino a «nitrire», ma il giornalista risponde opportunamente di «non esserne capace» ndr) e dal popolare influencer (ad altissimo tasso alcolico) «Filippo Champagne»: entrambi più volte ospiti della «Zanzara» radiofonica di Cruciani. Nel corso della rievocazione delle «serate in Gintoneria» Porro è sembrato più volte divertito (e, con lui, anche noi telespettatori ndr), mentre Cruciani dava l’impressione di essere alquanto imbarazzato pur tenendo a precisare di «essere stato lì in pochissime occasioni» e comunque di «essere andato via entro mezzanotte». Diciamo quasi all’ora di Cenerentola, prima cioè che la serata entrasse davvero nel vivo della baraonda. Il giornalista ha inoltre ribadito di «non aver mai visto clienti sniffare o ragazze prostituirsi».
Una versione che lascia perplessa la sua ex amica, Selvaggia Lucarelli, la quale dedica sul Fatto Quotidiano una paginata di critiche a Cruciani, «reo», a suo dire, di essere stato «megafono di Lacerenza e ora questurino (tardivo)». Cruciani le ronzerà una risposta dai microfoni della “Zanzara”? Il folclore continua...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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