"Lievi danni cerebrali". Alessia Pifferi punta allo sconto di pena

In primo grado la 37enne è stata condannata all'ergastolo per aver abbandonato e fatto morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana. L'avvocato difensore: "Ha grossi limiti, entro fine ottobre il ricorso"

"Lievi danni cerebrali". Alessia Pifferi punta allo sconto di pena
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"Entro fine ottobre depositerò il ricorso". Lo annuncia a Il Giorno l'avvocato Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, la 37enne condannata all'ergastolo per aver abbandonato e fatto morire di stenti la figlioletta Diana, di soli 18 mesi. A luglio del 2022 la bimba venne lasciata da sola in un appartamento di via Parea a Milano, dove viveva con la madre, per sei giorni. I soccorritori la trovarono senza vita in una culla da campeggio con accanto solo un biberon e una bottiglietta d'acqua. L'autopsia accertò che fosse morta per le conseguenze di una "spiccata disidratazione".

L'avvocato di Pifferi: "Clima non sereno durante il processo"

Dallo scorso luglio, Pifferi si trova reclusa nel carcere di Vigevano, in provincia di Pavia. Il trasferimento è stato deciso dall'amministrazione penitenziaria e approvato dalla Procura, come da prassi per i detenuti che hanno ricevuto una condanna superiore ai cinque anni. La norma prevede, infatti, che un carcerato non resti nello stesso istituto detentivo dove ha atteso la sentenza. E nel caso della 37enne, ci sono voluti circa due anni per arrivare al verdetto: ergastolo pieno, senza attenuanti. Una pena che l'avvocato Pontenani contesta, ritenendo che l'assistita non abbia una piena capacità di intendere e volere. "Penso non ci sia stato un clima sereno – dice il legale – Senza l’inchiesta parallela forse la perizia psichiatrica sulla Pifferi non l’avrebbe ritenuta capace di intendere e volere". Il riferimento è al filone bis dell'inchiesta che coinvolge due psicologhe del carcere di San Vittore indagate per falso e favoreggiamento. Secondo l'accusa, le esperte avrebbero alterato il risultato di alcuni test da cui sarebbe emerso un presunto deficit cognitivo dell'imputata.

"Lievi danni cerebrali, farò ricorso"

Nella sentenza dello scorso maggio, la Corte d'Assise di Milano ha sottolineato come Alessia Pifferi avesse anteposto "il suo desiderio di avere propri spazi autonomi", ovvero trascorrere un weekend col compagno, al "prioritario diritto/dovere di accudimento" della figlioletta Diana. Una condotta che è stata giudicata "di altissima gravità, non solo giuridica, ma anche sociale e umana". L'avvocato Pontenani ritiene, invece, che l'assistita sia affetta da un disagio psichico e, pertanto, che non abbia avuto piena contezza circa le conseguenze del suo comportamento.

"Entro fine ottobre depositerò il ricorso - assicura - intendo allegare esami diagnostici che dimostreranno lievi danni cerebrali". E infine: "Sono sempre più convinta che ci troviamo di fronte a una persona con grossi limiti, e un quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni".

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