Morte Alice Neri, "scagionato" il "terzo uomo": si aggrava la posizione del tunisino

Nelle scorse ore il giudice ha respinto la richiesta di analizzare gli indumenti del fantomatico "terzo uomo" indagato per la morte di Alice Neri, in quanto avrebbe un alibi inattaccabile. Il cerchio si stringe quindi attorno al tunisino Mohamed Gaaloul

Un primo piano di Alice Neri, trovata priva di vita lo scorso autunno in provincia di Modena
Un primo piano di Alice Neri, trovata priva di vita lo scorso autunno in provincia di Modena

Il cosiddetto "terzo uomo", ovvero il collega di lavoro che aveva instaurato un rapporto intimo con Alice Neri, non ha nulla a che fare con il delitto. E il cerchio si stringe ulteriormente attorno a colui che rimane il principale sospettato, ovvero il tunisino Mohamed Gaaloul.

Questi, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, gli ultimissimi sviluppi relativi alla scomparsa della trentaduenne madre di famiglia trovata priva di vita lo scorso novembre a Concordia, un paese situato nella provincia di Modena. Il giudice Andrea Scarpa ha respinto nelle scorse ore la richiesta avanzata dai legali del marito della vittima, Nicholas Negrini (che si trova attualmente nella duplice posizione di indagato e parte offesa) di far analizzare la tuta da lavoro sporca di erba e fango che il collega della consorte aveva riconsegnato alla ditta per la quale lavorava solo nei giorni successivi alla tragedia.

Un "no" motivato dal fatto la persona in questione avrebbe un alibi di ferro, visto che secondo la procura e il gip si trovava infatti nella propria abitazione nella fascia oraria nella quale si sarebbe consumato il femminicidio. Il cadavere della donna, carbonizzato, venne ritrovato, com'è noto, nelle campagne modenesi all'interno dell'automobile sulla quale si era appena allontanata da un locale, nelle primissime ore del mattino. Qui, sulla base delle ricostruzioni degli investigatori, Alice avrebbe trascorso alcune ore in compagnia di un altro amico, chiacchierando davanti ad uno spritz.

Le telecamere del sistema di videosorveglianza della zona avrebbero però ripreso l'extracomunitario, risultato peraltro destinatario di un provvedimento di espulsione. In particolare, sempre secondo l'accusa, si vedrebbe Gaaloul avvicinarsi all'automobile della donna intorno alle 3, dopo che quest'ultima era uscita dal bar. La fuga del magrebino, che subito dopo la tragedia lasciò l'Italia, insospettì subito le forze dell'ordine.

Dopo la cattura, aveva detto di essere estraneo alla vicenda e di aver accettato, quella notte, un passaggio da una "donna bionda", ma di essere sceso dopo poche centinaia di metri (su richiesta della ragazza, a quanto pare) e di non avere alcuna idea di quel che sarebbe successo da lì a poco ad Alice Neri.

Dichiarazioni che non hanno convinto del tutto chi indaga, visto che l'uomo risulterebbe ancora detenuto in carcere. È stato infine disposto un nuovo incidente probatorio: l'udienza che dovrà conferire gli incarichi per gli esami biologici su ulteriori oggetti trovati sul luogo della tragedia (un fazzoletto, due mozziconi e resti di anelli e di una spilla) oltre che sulle spazzole sequestrate nell'appartamento della defunta, è stata fissata per il 28 aprile prossimo. La posizione dello straniero, però, sembra aggravarsi ulteriormente.

"La procura, da quel che capisco, ritiene che il caso sia prossimo a chiudersi e che il colpevole sia stato già individuato - ha chiosato l'avvocato di Negrini, l'ex-magistrato Antonio Ingroia - infatti per l’omicidio il principale sospettato, in custodia cautelare in carcere confermata dal Riesame, è Mohamed Gaaloul".

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