Al processo sulla morte di Diana Pifferi determinare la volontarietà delle azioni della madre Alessia Pifferi sarà cruciale. La donna aveva lasciato da sola a Milano la bambina, di 18 mesi, dal 14 al 20 luglio 2022, per recarsi a Leffe dal compagno: al suo ritorno la bambina era morta. Alessia Pifferi l’aveva lasciata con un piccolo biberon, due bottigliette d’acqua e una di tè: “Pensavo che bastasse”, ha risposto in tribunale nei giorni scorsi. E, alla domanda dell’accusa su cosa pensasse che potesse accadere se la bambina non avesse mangiato, ha ribattuto: “Non ne ho idea, ma di certo non una cosa così”.
Ora una diagnosi potrebbe cambiare l’accusa. Per omicidio volontario, ad Alessia Pifferi potrebbe essere comminato l'ergastolo. Ma se dovesse essere provata la non volontarietà, l'accusa passerebbe ad abbandono di minore e morte in conseguenza di altro reato. Che, tradotto in anni di carcere significa da un minimo di 5 anni a un massimo di 8. È stato infatti diagnosticato ad Alessia Pifferi un disturbo dello sviluppo intellettivo, come ha spiegato in aula lo psicopatologo forense Marco Garbarini: “Non credo che ci sia nessuna volontà nel determinare quello che poi è accaduto. […] Secondo me, in quel momento la signora Pifferi aveva perso un po’ il senso della dimensione temporale delle azioni”.
La legale della donna, Alessia Pontenani, è stata ospite a Quarto Grado, sottolineando come Alessia Pifferi non aveva mai dato problemi: per questo nessuno si sarebbe mai accorto del disturbo, in primis la famiglia. E ha spiegato cosa potrebbe essere accaduto, ovvero che la donna, dopo aver lasciato la figlia sola per un breve lasso di tempo, potrebbe aver ripetuto il comportamento perdendo appunto “il senso della dimensione temporale”, come ha sottolineato l’esperto.
“Il problema - ha illustrato Pontenani - è evidente dalle carte che sono state depositate dal carcere, non da noi, non da me, non da Garbarini: Alessia Pifferi ha un problema a causa di questo grave deficit intellettivo di comprensione del tempo che trascorre.
Pare che, questo dai test che sono stati somministrati alla signora, il fatto che all’inizio dice che il fidanzato, il compagno Angelo Mario le abbia detto la prima volta: ‘Lascia la bambina che andiamo a fare la spesa per un’ora’ e quando è tornata la bambina stava bene, allora lei ha pensato di poterlo fare per un giorno, due giorni, l’ha ripetuto qualche week end fino all’estrema conseguenza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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