Il branco che fa sentire invincibili. Violenza gratuita, ripresa in video poi confluiti sui social, amplificatori di gesta spesso poco epiche. Come in questo caso, con la pistola rubata a un vigile in servizio ed esibita "come un trofeo". E con un colpo che esplode in aria, un altro che si schianta contro un'auto in sosta, miracolosamente senza conseguenze. Un caso - quello dell'agente della polizia locale accerchiato e malmenato da un gruppo di ragazzi poco più che ventenni - che aveva riacceso le polemiche, già infuocate dopo le violenze di capodanno e la sparatoria dei rapper a San Siro, sul problema della sicurezza a Milano. E infatti Palazzo Marino si era visto costretto a inviare una nota per chiarire i dettagli. Dopo un anno di indagini in cui sono stati analizzati i video, sentiti i testimoni, ricostruita la scena minuto per minuto, la pm Ilaria Perinu e la collega Maria Cristina Ria, hanno contestato a quattro ragazzi, tutti residenti a Bolzano, le ipotesi di rapina, resistenza, lesioni personali, tutti aggravati. E anche la violazione della legge riguardante le disposizioni per il controllo delle armi.
Resta il dubbio: la pistola era carica?
L'inchiesta ora è chiusa, l'avviso è stato notificato agli avvocati, Antonio Buondonno, Nicola Nettis, Fabio Moccia e Rudi Leoni, e per i loro assistiti si avvicina la richiesta di processo. Nell'atto della procura, non vi è alcun riferimento al colpo esploso in aria dall'agente. Un dettaglio di cui aveva invece parlato proprio il comune di Milano nella sua nota di chiarimento e sul quale era stata montata una polemica sul perché l'agente della locale avesse la pistola carica. Un dubbio ancora non chiarito.
L'aggressione un anno fa
È la notte tra il 14 e il 15 gennaio di un anno fa, sono quasi le due di notte, in zona viale Coni Zugna, vicino a un noto pub frequentato da ragazzi e non lontano dalla Darsena, quando i giovani si avvicinano a due agenti della polizia locale, Claudio N. e Clara B. Sono entrambi in borghese, sono in strada per un servizio dopo alcune segnalazioni dei cittadini della zona sui atti vandalici alle auto in sosta. Scattano delle foto col cellulare, nell'ambito del loro lavoro. "Che fai, mi fai le foto?", provoca uno dei ragazzi. Quello che succede dopo è grave, e accade in pochi minuti. Il gruppo che si avvicina e chiede all'agente di consegnare il cellulare. L'agente rifiuta e poi - si legge nell'atto - viene circondato, aggredito e preso "a calci, spinte e pugni". Il vigile che tira fuori la pistola, una Beretta calibro 9, e gli altri che per tutta risposta gliela portano via e si allontanano. Esibendola poi come "un trofeo", scrivono ancora le pm, nella pubblica via.
La difesa dei ragazzi
La difesa dei ragazzi si basa sul fatto che il vigile, a loro dire, non si sarebbe qualificato. E a loro dire, gli avrebbero tolto la pistola solo per disarmarlo.
"Quell'uomo non si è qualificato e non ha mostrato alcun tesserino che lo identificasse per un agente di polizia. Ci sono molti testimoni pronti a confermarlo", aveva detto uno dei ragazzi qualche giorno dopo la vicenda a un quotidiano locale. La Procura non ha creduto a questa versione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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