Era risultato positivo alla cannabis, al termine dei controlli. E in quell'occasione, nell'auto che guidava, aveva con sè due spinelli. Ad accertare la sua positività furono i carabinieri, intervenuti a seguito di un incidente stradale nel quale rimase coinvolto. Nonostante tutto, il giudice lo ha però assolto: il fatto non sussiste, perché l'imputato era in possesso di una prescrizione medica che lo autorizzava a consumare marijuana per ragioni di salute. Questa la vicenda che arriva dalla provincia di Arezzo e che ha come protagonista un automobilista di 59 anni, finito sul banco degli imputati con le accuse di essersi messo al volante dopo aver assunto droga e di essere in possesso di sostanze stupefacenti. Stando a quanto riportato dalla stampa toscana, tutto è iniziato nel 2021 a Bucine (un paese di circa 10mila abitanti situato nell'hinterland aretino, ndr) quando si verificò un sinistro stradale che richiese l'intervento dei militari dell'Arma.
Il cinquantanovenne, al volante della propria vettura, si scontrò lateralmente con un furgone che non aveva a quanto pare rispettato la precedenza. E fu peraltro proprio lui, non trovando il libretto di circolazione, ad avvisare i militari. Ai carabinieri, una volta giunti sul posto, non sfuggì il forte odore di marijuana proveniente proprio dall'abitacolo dell'automobile. Chiesero quindi conto dell'anomalia al conducente, rinvenendo oltretutto due canne appoggiate sul cruscotto. A quel punto, l'uomo fu invitato a sottoporsi ai test antidroga: l'esame delle urine non riscontro la presenza di Thc nell'organismo, ma quello del sangue sì. E sulla base di quest'ultimo riscontro, il cinquantanovenne fu denunciato, andando a processo per possesso dello stupefacente e guida sotto effetto di droga. L'accusa aveva chiesto per lui una condanna a quattro mesi di reclusione, oltre ad un'ammenda di mille euro e alla sospensione della patente di guida per un anno.
Richieste che, nelle scorse ore, il giudice del tribunale di Arezzo ha rigettato in toto, accogliendo al contrario la tesi della difesa. Le motivazioni? Vanno ricercate negli effetti di un altro incidente nel quale l'uomo sarebbe stato coinvolto nel lontano 1985, che gli causò la lesione del midollo spinale con il coinvolgimento di quattro vertebre. Un infortunio che gli causerebbe ancora oggi dolori cronici, per i quali il medico gli ha prescritto il consumo di cannabis a scopo terapeutico.
L'avvocato è persino riuscito a mettere in dubbio il fatto che il conducente si fosse effettivamente messo alla guida dopo aver fumato: secondo la tesi difensiva, le tracce di droga nel sangue resterebbero a lungo nell'organismo e gli esami ematici non sarebbero affidabili nel riscontrare l'alterazione del momento. Sino al verdetto finale, con il giudice che ne ha decretato l'assoluzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.