Stupro di gruppo, revocati i domiciliari a Lucarelli :"Troppe bugie sul mio conto"

Il Tribunale del Riesame di Livorno ha revocato gli arresti domiciliari per Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, i giovani calciatori accusati di violenza sessuale ai danni di una giovane americana. Lo sfogo di Lucarelli: "Ho letto e sentito troppe bugie"

Mattia Lucarelli sul terreno di gioco
Mattia Lucarelli sul terreno di gioco

Gli sono stati revocati gli arresti domiciliari, due giorni fa. E proprio nelle scorse ore il diretto interessato ha rotto il silenzio, esprimendo parte della propria versione dei fatti sui social e scagliandosi contro quelle che a suo dire sarebbero vere e proprie bugie. Si tratta di Mattia Lucarelli, calciatore classe 1999 e figlio dell'allenatore della Ternana Cristiano, accusato insieme al compagno di squadra Federico Apolloni di violenza sessuale ai danni di una studentessa americana di 23 anni.

Un presunto stupro di gruppo (risulterebbero infatti indagate altre tre persone) che secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto a Milano nella notte fra il 26 e il 27 marzo del 2022, all'uscita di una nota discoteca del capoluogo lombardo. Lucarelli ed Apolloni erano finiti ai domiciliari lo scorso gennaio, ma la misura cautelare disposta nei loro confronti è stata revocata, come detto, qualche giorno fa: è stata sostituita dall'obbligo di dimora a Livorno e dalla prescrizione di non uscire di casa dalle 20 alle 8.

Lo hanno deciso i giudici del Tribunale del Riesame di Milano, pur scrivendo che quella notte i ragazzi si sarebbero "mostrati del tutto indifferenti rispetto alle evidenti condizioni di alterazione" della ragazza, "privi di qualunque empatia", e che l'avrebbero "ridicolizzata e fatta oggetto di volgarità e frasi violente in una lingua a lei non nota". Frasi riportate dalla stampa toscana (e non solo) ma che secondo lo stesso Lucarelli costituirebbero solo una minima parte delle 50 pagine di verbale con le quali il Tribunale ha revocato i domiciliari a lui e ad Apolloni. Ha quindi affidato ad Instagram un pensiero, lasciando peraltro intendere come secondo il suo parere non si trattasse affatto di stupro in quanto la giovane, secondo lui, era consenziente.

"Rompo il silenzio che mi ero imposto perché di bugie ne ho lette e sentite troppe: una serie di assurdità che non riesco a spiegarmi. Leggo che io e i miei amici ci saremmo giocati a sasso, forbice e carta il “diritto di precedenza” sulla ragazza: circostanza del tutto inventata e mai neppure denunciata dalla ragazza - il suo post pubblicato sul proprio account Instagram - leggo che avremmo “ridicolizzato” la ragazza perché dicevamo frasi volgari in una lingua che lei non capiva. Un comportamento senz’altro da stupidi, ma qual è il reato? Si ipotizza che forse il consenso della ragazza c’era, era stato esplicitato ma siccome dal terzo interrogatorio in poi (non nei primi due) aveva bevuto il consenso non vale.

Mi piacerebbe poter parlare liberamente, poter discutere di quello che è veramente successo quella sera e anche nei giorni successivi, ma le indagini sono ancora in corso. E vanno rispettate anche quando costa fatica stare zitti".

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