È durato quasi cinque ore l'interrogatorio di Francesco Corsiglia in merito al presunto stupro di gruppo che si sarebbe consumato nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Cala di Volpe, in Sardegna, ai danni di Silvia (nome di fantasia), una studentessa italo-norvegese. Gli altri tre imputati, Ciro Grillo, il figlio di Beppe Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria hanno scelto di non sottoporsi all'esame. Verosimilmente, come hanno confermato stamattina i rispettivi avvocati prima di varcare l'ingresso del tribunale di Tempio Pausania, rilasceranno dichiarazioni spontanee al termine del processo, prima del verdetto.
L'interrogatorio
L'udienza si è svolta a porte chiuse. Incalzato dalle domande del pm Gregorio Capasso, Corsiglia ha ricostruito la dinamica di quella notte, a partire dall'incontro con Silvia avvenuto in una noto locale dell'isola. L'imputato ha ribadito, come già aveva fatto in precedenza, di aver ricevuto alcune avances dalla ragazza quando erano all'interno del van, mentre stavano raggiungendo la residenza estiva di Ciro Grillo, dove poi si sarebbe consumata la presunta violenza sessuale. Nello specifico Corsiglia ha raccontato che Silvia aveva allungato un piede tra le sue gambe, facendo pressione.
La versione dell'imputato: "Lei era consenziente"
Il giovane, che è assistito dagli avvocati Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle, deve rispondere solo del reato di stupro. Al riguardo, Corsiglia ha detto che il rapporto intimo con Silvia "è stato tranquillo, lei era consenziente". Ha anche spiegato di non essere stato presente al momento della presunta violenza sessuale di gruppo: "Dormivo, ho saputo cosa era successo la mattina dopo", sono state le sue parole.
Il medico legale: "La ragazza era ubriaca"
Nell'udienza di ieri è stato proiettato nuovamente il video della presunta violenza sessuale (tre fammenti video della durata complessiva di 28 secondi) su richiesta dei difensori dei quattro imputati. Secondo la psichiatra Marina Loi, consulente di parte civile, Silvia "era passiva" duranti i rapporti intimi con gli imputati.
Mentre il medico legale Lorenzo Marinelli, anche lui chiamato a depositare davanti al collegio giudicante, ha sottolineato che la studentessa "era ubriaca" e dunque non sarebbe stata in grado di "esercitare la propria volontà" per la quantità di alcol ingerita.
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