Si erano costituiti parte civile nel processo sugli abusi nella comunità del Forteto in Mugello, ma non hanno mai proceduto (come invece era indicato nella sentenza di primo grado) a chiedere poi i danni in sede civile agli imputati. E per questa ragione Sergio Pietracito, presidente dell'Associazione vittime del Forteto, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti ipotizzando un danno procurato alle casse dello Stato. Questa la controversia che minaccia di aprirsi fra l'associazione e gli enti territoriali toscani coinvolti nella vicenda. Nel mirino di Pietracito sono finiti i Comuni di Vicchio e di Borgo San Lorenzo, l'Unione montata dei Comuni del Mugello e la Provincia di Firenze (ora Città Metropolitana) oltre a Regione Toscana. Il motivo? Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno, gli enti sopracitati si erano come detto costituiti parte civile nel procedimento sul Forteto, ma poi non avrebbero mai avanzato agli imputati la richiesta di risarcimento danni a favore delle vittime.
Uno scontro che rischia peraltro di creare una nuova frattura fra l'associazione e il Partito Democratico, dopo quella nata lo scorso giugno: al tempo del verdetto del tribunale (era il 2015) i Comuni in questione e la Regione erano infatti guidati da giunte di centrosinistra, esattamente come oggi. Del resto, in Toscana la "questione Forteto" torna ciclicamente a far discutere, dalla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli dello scorso marzo a causa delle sue condizioni di salute. Sulla carta, quello del Forteto (del quale Fiesoli era fondatore) doveva essere una sorta di centro di recupero fondato nel 1977: aveva sede in Mugello e si occupava della cura e del reinserimento dei minori vittime di violenza. Secondo quanto emerso dalle vicende giudiziarie e da tre commissioni di inchiesta regionali e nazionali, invece, all'interno della struttura furono commessi abusi psicologici e sessuali ai danni di minorenni e disabili, dati in affidamento dal Tribunale dei minori alla cooperativa che gestiva il tutto.
E continuano ancora oggi a concretizzarsi cause di risarcimento da parte di "ex-bambini del Forteto" che, diventati adulti, chiedono giustizia per quanto subìrono durante la loro permanenza in comunità. La sentenza di primo grado del 15 giugno 2015 ha condannato gli imputati alla refusione delle spese sostenute dalle parti civili, rimettendo le parti per la quantificazione del danno e la liquidazione del suo esatto ammontare davanti al giudice civile. Regione Toscana, con una risoluzione del 2016, aveva inoltre già deciso di destinare il risarcimento alle vittime (che a causa della prescrizione non hanno ottenuto alcun indennizzo economico). Secondo Pietracito però, il risarcimento non sarebbe ancora stato chiesto da nessuno dei soggetti istituzionali sopracitati.
"A oggi ho la certezza che nessun ente ha promosso alcuna azione - ha scritto Pietracito nell'esposto - malgrado i solleciti in tal senso arrivati dall'avvocato". Su queste basi, la storia continua insomma ad apparire tutt'altro che chiusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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