"Rinnovami il contratto o ti ammazzo". La minaccia dello straniero

Uno straniero trentenne è finito a processo per estorsione: avrebbe costretto il suo datore di lavoro a rinnovargli il contratto, minacciando di ammazzarlo e di dare fuoco alla sede dell'azienda agricola di Siena per la quale lavorava

"Rinnovami il contratto o ti ammazzo". La minaccia dello straniero

Il suo contratto con l'azienda per la quale lavorava era in scadenza. E per ottenere il rinnovo a tempo indeterminato, avrebbe minacciato di morte il suo datore di lavoro, facendogli presente in caso contrario di essere intenzionato a dare fuoco alla sede dell'azienda. E sarebbe così riuscito a strappare un rinnovo bimestrale, prima di essere denunciato alle forze dell'ordine. Per questo motivo uno straniero di 30 anni è finito a processo per estorsione, con la prima udienza tenutasi pochi giorni fa presso il tribunale di Siena. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, la vicenda ebbe inizio lo scorso anno nella provincia senese.

La volontà di incendiare i mezzi agricoli

Il trentenne lavorava per un'impresa agricola alle porte della città toscana, quando ha saputo che il contratto in scadenza alla fine del 2021 non gli sarebbe stato rinnovato. La proprietà gli contestava infatti le numerose assenze non giustificate, oltre ad alcuni screzi con i colleghi. Non contento, avrebbe preteso anche un aumento, dicendosi certo di meritare almeno 2mila euro al mese. Dinanzi al rifiuto di assecondare le sue richieste, lo straniero avrebbe più volte dato in escandescenze ed avrebbe preso a male parole tanto il titolare della ditta quanto i familiari. A un nipote di quest'ultimo avrebbe in particolare confidato la volontà di incendiare tanto i mezzi agricoli quanto l'edificio stesso che ospitava gli uffici dell'attività commerciale. Con il proprietario si sarebbe spinto addirittura oltre, minacciando di ammazzarlo se non lo avesse ascoltato. E l'imprenditore, evidentemente spaventato dal fatto che l'uomo potesse dare seguito alle minacce, aveva in parte ceduto: gli aveva per il momento proposto un rinnovo contrattuale di due mesi, sperando che si calmasse.

Il problema si sarebbe poi riproposto nelle ultime settimane dello scorso febbraio, quando anche il nuovo accordo stava per arrivare alla scadenza prefissata. Lo straniero avrebbe continuato anche in quel lasso di tempo ad esercitare un "pressing" costante sulla proprietà, pretendendo un nuovo prolungamento del contratto. Per dimostrare quanto fosse disposto a fare sul serio per portare avanti le minacce, un giorno sarebbe stato visto dirigersi verso un distributore di benzina della zona con due bottiglie di plastica vuote.

E con il senno di poi, è stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso: l'imprenditore, sempre più spaventato, ha avvisato i carabinieri e chiesto l'intervento di una volante, dopo averli messi al corrente della situazione. L'impresa ha scelto di non costituirsi parte civile, mentre l'imputato non ha ancora lasciato l'alloggio del quale usufruiva. E nelle prossime settimane potrebbero esserci ulteriori novità.

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