"Sono stata minacciata con una pistola e violentata". Ma il tribunale assolve l'imputato

Un ventottenne era finito a processo per rapina e violenza sessuale, dopo che una donna di 73 anni l'aveva accusato di averla minacciata, rapinata e molestata. Accuse evidentemente reputate infondate, visto che tribunale di Latina l'ha assolto per non aver commesso il fatto

"Sono stata minacciata con una pistola e violentata". Ma il tribunale assolve l'imputato

Era finito a processo dopo esser stato accusato di aver minacciato con una pistola, rapinato e molestato una donna di 73 anni. Accuse che sono tuttavia state reputate infondate, a quanto pare. Questo perché il tribunale di Latina si è espresso al riguardo proprio nelle scorse ore, assolvendo l'imputato da tutti i capi d'imputazione (dopo che anche il pubblico ministero ne aveva chiesto l'assoluzione). Protagonista della vicenda che arriva dal Lazio è un uomo di 28 anni, finito sul banco degli imputati per rapina e violenza sessuale ai danni di una pensionata. I fatti contestati, stando perlomeno a quanto riportato dalla stampa pontina, sarebbero avvenuti nella frazione periferica di Borgo Sabotino poco meno di due anni fa. Sulla base di quanto dichiarato dalla donna agli inquirenti, quest'ultima stava procedendo con la propria auto in una via del borgo, quando sarebbe stata fermata all'improvviso proprio dal giovane.

Secondo la testimonianza resa dalla settantatrenne, il ragazzo le si sarebbe avvicinato impedendole di proseguire, tenendola sotto tiro con una pistola e mostrandosi sin da subito particolarmente aggressivo. Sotto la minaccia dell'arma, si sarebbe fatto aprire la portiera del veicolo e sarebbe entrato all'interno dell'abitacolo: avrebbe in un primo momento imposto alla pensionata di consegnargli il denaro contante e gli oggetti di valore che aveva con sè, salvo poi afferrarle direttamente il portafoglio e prendere i 125 euro che in quel momento conteneva. Sempre secondo la donna, il ventottenne non si sarebbe tuttavia accontentato di andarsene con quella somma. Dopo essersi intascato il denaro, avrebbe infatti rivolto le proprie attenzioni verso la presunta vittima: l'avrebbe baciata e palpeggiata a più riprese contro la sua volontà, sfruttando a proprio vantaggio la maggior forza fisica.

Solo in quel momento si sarebbe dato alla fuga, facendo perdere le proprie tracce. La donna ha quindi provveduto ad informare le forze dell'ordine di quel che avrebbe subìto. E le indagini successivamente condotte hanno portato ad individuare nel ventottenne il principale indiziato. L'inchiesta, però, avrebbe a quanto sembra fatto emergere via via alcune incongruenze, rispetto a quanto raccontato dalla settantatreenne. Il racconto della donna non è stato probabilmente ritenuto del tutto verosimile, alla luce degli scarni indizi nel frattempo emersi.

Lo confermerebbe il fatto che a sollecitare il verdetto di non colpevolezza da parte del terzo collegio penale del Tribunale di Latina sia stata non solo la difesa dell'imputato, ma anche lo stesso pubblico ministero a conclusione della propria requisitoria. E l'iter giudiziario si è pertanto concluso con l’assoluzione per non avere commesso il fatto.

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