Si era trovata suo malgrado in ascensore con uno dei vicini di casa, un ragazzo di 20 anni con il quale (sulla base di quanto emerso dalle successive ricostruzioni) non correva peraltro buon sangue. E quest'ultimo, durante la salita, l'avrebbe palpeggiata a più riprese per poi masturbarsi. Protagonista della vicenda-choc che arriva da Ravenna è una donna di 90 anni, la quale nell'incidente probatorio tenutosi nelle scorse ore in sede protetta davanti al giudice per le indagini preliminari, ha ribadito di aver subito atti sessuali da parte del giovane (accusato di violenza sessuale e tentata violenza privata). Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, i fatti risalirebbero ad un pomeriggio di agosto dello scorso anno. Quel giorno, la pensionata avrebbe incrociato il ventenne dirimpettaio (un operaio formalmente incensurato, a quanto sembra) sul pianerottolo del condominio nel quale vivevano.
Ed è a quel punto che, approfittando dell'assenza di testimoni, il ragazzo avrebbe agito: secondo il racconto della presunta vittima, lui l'avrebbe spinta in primis all'interno dell'ascensore, premendo il tasto per far sì che il mezzo arrivasse al terzo piano. Durante il tragitto poi, le avrebbe messo le mani addosso: secondo quanto dichiarato dalla novantenne, avrebbe tentato di toglierle i vestiti, palpeggiandola. “Stai zitta, non urlare e non ti muovere” le avrebbe detto, mentre stava masturbandosi. Una violenza durata poco più di trenta secondi, stando a quel che ipotizzano gli inquirenti. E all'apertura della porta, il giovane si sarebbe allontanato facendo finta di nulla. La donna, in preda allo choc, avrebbe reagito pulendo l'ascensore e poi scendendo le scale sino al pianterreno, forse per uscire dallo stabile.
E sarebbe scoppiata improvvisamente in lacrime dopo aver incontrato un'altra vicina di casa, alla quale non avrebbe tuttavia raccontato nulla. Si sarebbe infatti confidata solo nei giorni seguenti con altri dirimpettai, i quali le hanno consigliato di recarsi a denunciare l'accaduto. E così è stato: la donna si è presentata in caserma e ha informato i militari dell'Arma. A suo dire, la famiglia del ventenne l'aveva inoltre presa di mira: non aveva ancora le prove, ma sospettava ci fosse il nucleo familiare del giovane dietro alcuni lanci di uova e pomodori alle finestre del suo appartamento.
La questione si è quindi spostata in tribunale e al termine dell'ultima audizione (durata circa un'ora) il giudice ha restituito gli atti al pubblico ministero. E sarà quindi quest'ultimo a decidere se continuare con l’azione penale oppure chiedere l’archiviazione del caso: a breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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