In treno verso Milano con un vecchio titolo di Stato dell’ex Regno di Romania. Maxi-multa da 21 milioni

L’uomo era stato pizzicato mentre stava portando il titolo di credito obbligazionario dell'ex Regno di Romania: valore 70 milioni di euro

In treno verso Milano con un vecchio titolo di Stato dell’ex Regno di Romania. Maxi-multa da 21 milioni
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Una maxi-sanzione per un bond per uno Stato che non esiste più. La Corte di Cassazione ha condannato un uomo a pagare una multa da 21 milioni di euro al ministero dell’Economia per non aver dichiarato titoli di Stato dell'ex Regno di Romania emessi nel 1929 dal valore di 100 milioni di euro. La vicenda risale al novembre del 2017: l’uomo venne sorpreso a bordo di un treno partito dalla Svizzera, da Zurigo per la precisione, e diretto a Milano. Intercettato dalla Guardia di Finanza, venne trovato in possesso del titolo di credito obbligazionario emesso dallo Stato defunto nel 1947 con l’abdicazione dell’ultimo re.

L’uomo aveva provato a difendersi, evidenziando alle fiamme gialle che il valore del bond – con scadenza primo febbraio 1959 – fosse di appena 100 dollari. Ma le autorità trovarono anche un rapporto di valutazione che stabiliva il valore del titolo pari quasi a 70 milioni di euro. L’uomo avrebbe dovuto dunque dichiarare il suo possesso alla dogana, cosa che non fece.

Come evidenziato dal Corriere della Sera, si tratta di obbligazioni trentennali – rendimenti al sette per cento e garanzie auree – emesse per sostenere il Regno di Romania al tempo della grande crisi del 1929. Tali bond si trovano sul mercato del collezionismo finanziario per qualche centinaio di euro. Ma, come anticipato, il rapporto di perizia di autenticità rintracciato dalle autorità stabiliva un valore pari a quasi 70 milioni di euro.

Le sentenze in tre gradi di giudizio hanno ritenuto potenzialmente liquidabile il titolo, pur se in base a una “astratta idoneità alla successiva costituzione di rapporti obbligatori”.

A spingere i giudici verso la negoziabilità del titolo sono state le perizie degli esperti, considerando che il bond in questione non ha né indicazione di beneficiario, né clausola di non trasferibilità. Da qui la multa da capogiro da 21 milioni di euro.

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