Avrebbe ucciso un imprenditore di 66 anni a causa di uno sguardo di troppo. Ma nelle scorse ore, la Corte d'assise di Agrigento ne ha decretato l'assoluzione "perché i fatti sono stati commessi da persona non imputabile in quanto incapace di intendere e di volere, in ragione di infermità psichica". Protagonista della vicenda che arriva dalla provincia di Agrigento è un uomo di 44 anni, accusato di aver ammazzato il sessantaseienne a colpi di pistola. Secondo quanto riportata la testata online AgrigentoNotizie, tutto è iniziato due anni fa a Palma di Montechiaro, una cittadina di circa 20mila abitanti. Era il 10 febbraio del 2022 quando il sessantaseienne venne raggiunto da dodici proiettili alle braccia, al volto e alla testa, mentre saliva sulla propria automobile. A sparare sarebbe stato il quarantaquattrenne, il quale secondo la procura avrebbe agito dopo aver percepito uno sguardo minaccioso nei suoi confronti da parte della vittima, che passava di lì per puro caso.
Poche ore prima di quell'episodio, con la medesima arma, l'imputato avrebbe oltretutto aperto il fuoco anche contro i propri genitori, ferendoli. A seguito dell'accaduto e delle indagini successivamente condotte dalle forze dell'ordine con l'obiettivo di fare chiarezza su quanto avvenuto, la questione si era quindi spostata in tribunale. E alla fine, la Corte ha prosciolto l'imputato per vizio di mente ma ne ha ordinato il ricovero, per almeno dieci anni, in una struttura dove si possa controllare la sua pericolosità sociale. L'avvocato dei familiari della vittima aveva sollecitato altre visite più approfondite sostenendo che l'esame della documentazione da parte dello specialista fosse stata incompleta.
La Corte, tuttavia, ha a quanto sembra ritenuto superflua una nuova perizia e ha chiuso il dibattimento: secondo i giudici, si sarebbe insomma trattato di un gesto estemporaneo portato a termine da uno squilibrato. E a seguito della sentenza, la figlia della vittima, in una lettera pubblicata dalla stampa locale, ha voluto dare la propria versione dei fatti. "Mio padre era un innocente che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ha lavorato tutta la vita per mettere in piedi la sua fabbrica di gelati, ha lottato per quel sogno ed era felice quando lo ha realizzato - ha scritto - conduceva una vita semplice e tranquilla, dedicata al lavoro e alla famiglia.
Il suo unico svago era quello di andare a correre con gli amici la mattina. La realtà è che quel giorno è uscito da casa per andare al bar con gli amici e mentre stava parcheggiando è stato freddato senza motivo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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