“Vogliono rigirare la frittata, è vergognoso”. La verità dei poliziotti sul video della toga pro immigrati

Dalla sinistra tentano di mischiare le carte e accusano la polizia di aver fornito il video a. Salvini ma dal sindacato Fsp non ci stanno: "Già le mani dai poliziotti"

“Vogliono rigirare la frittata, è vergognoso”. La verità dei poliziotti sul video della toga pro immigrati
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Il giudice di Catania, Iolanda Apostolico, che ha disapplicato le norme del decreto Cutro perché, secondo la sua interpretazione, sarebbero illegittime, ha dimostrato di avere un profilo distante dall'imparzialità o, per lo meno, non appare così. E non è un elemento secondario, perché compito del giudice non è solo essere imparziale ma anche dimostrare di esserlo nella vita di tutti i giorni. Prima i post sui social scovati da il Giornale e poi il video che sembra ritrarre la toga di Catania in una manifestazione contro Matteo Salvini minano la percezione che i cittadini hanno dei giudici che potrebbero doverli giudicarle.

E mentre alcuni togati hanno colto questo aspetto, i media di sinistra e alcuni esponenti politici della stessa area in questi giorni stanno facendo i salti mortali nel tentativo di proteggere Apostolico e rigirare la questione. Accusano la stampa di fare "screening" sui giudici e di aver messo nel mirino il giudice ma, soprattutto, ora accusano Salvini di usare la polizia a suo piacimento. Un'accusa che proprio dagli ambienti delle divise respingono con fermezza.

In particolare, è stato il Fatto quotidiano a lanciare l'accusa, sospettando che i frame di video a disposizione di Matteo Salvini possano provenire dalle registrazioni che la Digos effettua a ogni manifestazione in caso sia poi necessario effettuare i riconoscimenti. "Le questioni politiche legate alle sentenze non ci appartengono. Oggi però, leggendo più di qualche incredibile commento che sembra gridare al ‘dossieraggio’ addirittura operato con l’ausilio degli agenti non possiamo tacere", denuncia Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato Fsp - Polizia di Stato.

Un vero e proprio "giù le mani" dai poliziotti a gran voce quello del sindacalista, che si fa portavoce di migliaia di agenti che si vedono costantemente messi sul banco degli imputati senza avere possibilità di difendersi. Agenti, ma prima di tutto uomini e padri di famiglia, "che svolgono il proprio dovere, ricevono pesanti insulti e violenze di ogni genere pur essendo incolpevoli rispetto alle proteste, e non sono certo responsabili di chi e perché partecipi alle manifestazioni".

Il punto fondamentale, evidenzia Mazzetti, "è che un magistrato deve rappresentare la massima espressione di terzietà, e penso che avrebbe il dovere di prendere immediatamente le distanze di fronte a chi attacca, delegittima, oltraggia poliziotti in uniforme impegnati a fare il proprio dovere". Il rappresentante sindacale sottolinea come, per legge, gli appartenenti delle forze dell'ordine abbiano un diritto di manifestare compresso, sia durante il servizio che fuori, e che a loro "neppure un like su Facebook è permesso, come non lo sono tanti altri comportamenti ritenuti inadeguati rispetto al ruolo".

Ora, invece, davanti a un comportamento quanto meno inopportuno da parte di un giudice, "invece di stigmatizzare i fatti, l’unica cosa che si sa fare è rigirare la frittata tirando dentro i colleghi? È a dir poco

vergognoso". Una rabbia educata ma ferma quella di Mezzetti e di tutte le forze di polizia, che ora si trovano anche a essere accusati per un video che potrebbe aver colto in fallo il giudice di Catania.

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