Accordo di pace, sicurezza e investimenti: la ricetta di Aliyev per lo sviluppo dell'Azerbaigian

Durante la cerimonia di apertura del Global Media Forum, tenutasi a Shusha il 21 luglio, il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev ha risposto ad alcune domande degli ospiti internazionali

Accordo di pace, sicurezza e investimenti: la ricetta di Aliyev per lo sviluppo dell'Azerbaigian

Nessuna potenziale minaccia per un Paese stabile che può contare su uno sviluppo economico impressionante. Durante la cerimonia di apertura del Global Media Forum, tenutasi a Shusha il 21 luglio, il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha risposto ad alcune domande degli ospiti internazionali su varie tematiche relative alla nazione azera.

Le minacce per l'Azerbaigian

Aliyev ha spiegato che le minacce precedenti per il suo Paese provenivano dall'Armenia e dalla sua politica di occupazione. “Quella minaccia è stata qui per quasi 30 anni. Ora è stata gestita ma ovviamente dobbiamo stare all'erta. Non dobbiamo dimenticare il nostro passato. Non dobbiamo dimenticare che siamo stati pugnalati alle spalle dai nostri vicini, quando non ce lo aspettavamo, e loro hanno approfittato del caos in Azerbaigian e hanno occupato i nostri territori”, ha dichiarato.

Il presidente azero ha però sottolineato che è fondamentale che Baku sia pronta a qualsiasi scenario. “Subito dopo la seconda guerra del Karabakh abbiamo iniziato immediatamente ad approfondire le riforme nell'area della difesa. Ne ho già parlato pubblicamente. Oggi il nostro esercito è molto più forte di tre anni fa”, ha proseguito lo stesso Aliyev.

Un'occasione da sfruttare

In merito a quali opportunità vedesse per l'Azerbaigian, e più in generale per la regione dell'Asia occidentale da quando la Cina ha mediato il riavvicinamento Iran-Arabia Saudita, Aliyev ha affermato che lo sviluppo regionale nel Caucaso meridionale dipende in gran parte dalla normalizzazione delle relazioni tra l'Azerbaigian e l'Armenia.

Ora – ha detto il presidente azero - abbiamo attori internazionali che dovrebbero cercare di aiutarci a trovare una soluzione reciprocamente accettabile. E fortunatamente, quello che abbiamo visto finora è che tutti gli attori internazionali capiscono che questa soluzione deve basarsi sul diritto internazionale. Dopo quasi tre anni dalla fine della seconda guerra del Karabakh, sentiamo affermazioni sempre più dirette che il Karabakh è Azerbaigian. Se fosse stato così durante i tempi dell'occupazione, probabilmente la seconda guerra del Karabakh non sarebbe iniziata”.

L'accordo di pace con l'Armenia

Aliyev ha specificato che non si può pensare a nessun accordo di pace con l'Armenia, “che non assorba la realtà dei 30 anni di occupazione e distruzione, e la realtà dei risultati della seconda guerra del Karabakh”. Finora gli sforzi degli attori internazionali non sono tuttavia stati sufficienti. “Al momento, abbiamo tre attori internazionali che forniscono assistenza: Stati Uniti, Russia e Unione europea. E su tre binari, l'Azerbaigian lavora in buona fede e con un approccio orientato al risultato. Ma finora non si è concluso con alcun risultato”, ha aggiunto il leader di Baku.

A detta del presidente azero, l'Armenia deve compiere uno degli ultimi passi. “Hanno già fatto diversi passi dopo la guerra non volontariamente. Ci sono stati diversi casi negli ultimi due anni e mezzo, diversi episodi. Direi che ciò ha dimostrato chiaramente all'Armenia che se non riconosceranno la nostra integrità territoriale, non riconosceremo la loro integrità territoriale. E cosa significherà per loro è più o meno chiaro. Hanno già accettato pubblicamente che il Karabakh sia Azerbaigian. Ora devono mettere la loro firma sotto il documento”, ha specificato.

Detto altrimenti, se l'Armenia accetterà il paragrafo che la farà astenere totalmente da qualsiasi rivendicazione territoriale sull'Azerbaigian, la firma di un accordo di pace potrebbe “essere realistica entro la fine di quest'anno. Altrimenti ho detto molte volte, se non vogliono avere un accordo di pace con noi, non possiamo costringerli”, ha chiarito Aliyev.

Il processo di sminamento e la giunta in Karabakh

Interrogato sull’importanza e le difficoltà del processo di sminamento, Aliyev ha chiarito come questa sia una delle questioni più complesse e importanti da affrontare. “La nostra Agenzia di Stato ANAMA, insieme ai battaglioni del Ministero delle Emergenze, gli specialisti stanno lavorando giorno e notte per bonificare l'area. Ma secondo le nostre stime sono state piantate più di 1 milione di mine. Le mappe, che ci hanno dato gli armeni, ne coprono circa 400.000. Ciò significa che hanno ammesso di averne piantate 400.000. Ma sappiamo che sono più di 1 milione”, ha detto.

Aliyev ha poi auto occasione di chiarire che la giunta che ha preso il potere in Karabakh e che si fa chiamare “presidenti”, “ministri” o “deputati” "ha preso in ostaggio coloro che ora vivono nel territorio in cui è temporaneamente di stanza il contingente russo di mantenimento della pace". “Abbiamo preso l'iniziativa, ho nominato un rappresentante speciale che avrebbe dovuto trattare con i rappresentanti degli armeni del Karabakh e, per stabilire questi contatti, è stato inviato in Karabakh”, ha spiegato, ricordando che il primo incontro è avvenuto nel villaggio di Khojaly, presso la base del contingente russo di mantenimento della pace.

Il progetto Trans-Caspian Gas Pipeline

Rimarcando l’importanza di riunioni come quella del Global Media Forum, Aliyev ha parlato anche del progetto Trans-Caspian Gas Pipeline, che “non è un progetto che l'Azerbaigian avvierà”, a differenza di quanto fatto ad esempio con il Corridoio Meridionale del Gas, in cui “abbiamo iniziato, eravamo il principale azionista ed eravamo in realtà il coordinatore di tutte le relazioni e gli accordi intergovernativi”.

Per quanto riguarda il Trans-Caspian. Questo progetto come idea si basa sulle risorse di gas del Turkmenistan. Pertanto, non spetta a noi avviarlo o investire in esso. Cosa possiamo fare? Possiamo fornire la nostra infrastruttura esistente o fornire all'infrastruttura un terreno per costruire una nuova infrastruttura. Ma penso che sia anche importante sapere che oggi l'Azerbaigian sta lavorando all'espansione del gasdotto, che è stato costruito meno di tre anni fa. Perché? Perché la domanda in Europa è in crescita”, ha chiarito Aliyev.

Investimenti stranieri

Per finire, il presidente ha specificato che il governo azero “ha una politica molto prevedibile per quanto riguarda lo sviluppo e anche per quanto riguarda il miglioramento del clima imprenditoriale”. “Penso che gli stranieri che vivono e lavorano in Azerbaigian possano anche dimostrare che negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti molto seri e positivi nella gestione, compreso il nostro sistema fiscale, compresa la gestione aziendale nelle nostre società”, ha dichiarato, facendo presente che questo processo è già nella fase finale del pieno rispetto degli standard internazionali.

L'economia del paese è sostenibile, il

debito estero è inferiore al 10% del pil. E le riserve valutarie superano di 10 volte il debito estero. Quindi, in linea di principio, se decidiamo, possiamo azzerare il debito estero entro una settimana”, ha concluso.

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