A ventiquattr'ore dall'arresto di Pavel Durov al suo arrivo in Francia a bordo di un aereo privato, la società che gestisce la piattaforma Telegram ha rilasciato il primo comunicato stampa anche, e soprattutto, per tranquillizzare gli utenti e mercato sulla sua stabilità. Sul fondatore e ceo della piattaforma che fa concorrenza a Whatsapp pendeva un mandato di arresto della Francia valevole sul territorio nazionale e se non fosse atterrato nel Paese transalpino non avrebbe subito alcuna restrizione. I capi d'accusa nei suoi confronti sono numerosi e gravi ma la sua società è convinta che tutto si risolverà in favore di Durov.
"Telegram rispetta le leggi dell'UE, compreso il Digital Services Act, e la sua moderazione è conforme agli standard del settore e in costante miglioramento. L'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa", ha scritto su X la società, aggiungendo che "è assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell'abuso di tale piattaforma". Negli ultimi anni la piattaforma ha subito un enorme incremento di utilizzo, diventando numericamente il primo competitor di Whatsapp in Europa e, in generale, in Occidente. "Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Siamo in attesa di una rapida risoluzione di questa situazione. Telegram è con tutti voi", ha concluso la società.
Sull'arresto di Durov in queste ore è intervenuto anche il leader leghista Matteo Salvini: "In Europa siamo ormai alla censura, alla puzza di regime. Viva la libertà, di pensiero e di parola. Chi sarà il prossimo ad essere imbavagliato? Il grande (e scomodo) Elon Musk?". Anche lo stesso ceo di X è intervenuto in di fesa di Durov: "Liberté. Liberté! Liberté?". Ha ironizzato Musk, che ha replicato con un perentorio "100%" a chi afferma che "oggi tocca a Telegram, domani tocca a X". Quindi, il riferimento al secondo emendamento, che negli Stati Uniti sancisce che "il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non potrà essere violato". Il ceo di X è scatenato sul tema, che lo tocca molto da vicino: "È il 2023 e in Europa si viene giustiziati per il like a un meme".
Secondo l'agenzia russa Ria Novosti l'ambasciata di Mosca a Parigi ha chiesto alle autorità francesi di spiegare le ragioni della detenzione, ma finora le autorità francesi hanno rifiutato di collaborare su questo tema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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