Anche in Vietnam, dopo la Cina, si sta registrando un incremento delle infezioni respiratorie nei bambini. Impennata di casi e ospedali pediatrici pieni, dunque, per un altro Paese asiatico, secondo quanto segnalato dalla piattaforma ProMed, International Society for Infectious Diseases, che monitora i focolai di malattie infettive nel mondo. Diverse nazioni della regione stanno adottando adeguate misure per prepararsi alla possibile diffusione di malattie respiratorie contagiose, mentre le province cinesi settentrionali sono alle prese con un aumento dei contagi di malattie simil-influenzali da cinque settimane consecutive.
Cosa succede in Vietnam
A ottobre un primo allarme era scattato nelle province e nelle città meridionali del Vietnam, con un trend di contagi in salita ritenuto anomalo rispetto al passato, quando questi numeri si registravano a fine anno. Gli ospedali pediatrici sono corsi al riparo e hanno aumentato i posti letto e il personale medico. Giusto per fare un esempio, nella struttura pediatrica di Can Tho, nella regione del delta del Mekong nel sud del Paese, sono stati diagnosticati 1.100 casi di infezioni respiratorie e si sono toccate le 2mila visite al giorno.
I ricoveri sono stati principalmente per polmonite, asma bronchiale e gravi infezioni respiratorie. I medici evidenziano che la tosse non è l'unico sintomo e raccomandano ai genitori di prestare attenzione anche altri segni come mal di testa, naso che cola, letargia, così come a un'accelerazione nel ritmo del respiro, che potrebbe essere una spia di polmonite. Un dato incoraggiate è che nell'ultima settimana i ricoveri di bambini sono diminuiti, arrivando a circa 130 al giorno. Ci sono inoltre segnalazioni di casi di malattie respiratorie anche nel Nord del Vietnam in seguito a una forte ondata di freddo. Sono colpiti sia i bambini sia gli anziani, molti dei quali sono stati ricoverati in gravi condizioni.
Infenzioni respiratorie in aumento
In Cambogia, intanto, il ministero della Salute ha segnalato un altro caso di influenza aviaria in una bambina di 4 anni nella provincia di Kampot, a Trapeang Russey, una zona molto popolosa dove sono molto diffusi gli allevamenti di pollame, e dove venerdì 24 novembre sono state abbattute 100 anatre perché sospettate di essere infette. Nella segnalazione si rileva che la bambina abita vicino ad una ragazza di 21 anni che, a sua volta, aveva avuto la stessa malattia. Al momento non si parla di una possibile trasmissione da uomo a uomo ma la situazione è in fase di costante monitoraggio.
La situazione è finita sotto i riflettori quando, pochi giorni fa, l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha chiesto maggiori informazioni a Pechino in merito all'aumento di casi di polmoniti sospette tra i bambini. Secondo Focus Taiwan, nel nord dell Cina oltre il 6% dei casi ospedalieri sarebbero da attribuire a malattie simil-influenzali.
Maria Van Kerkhove, direttrice ad interim del Dipartimento di preparazione e prevenzione alle epidemie e alle pandemie dell’Oms, ha tuttavia spiegato che la Cina è alle prese con un aumento delle malattie
respiratorie nel suo primo inverno senza restrizioni anti Covid, e che starebbe affrontando la stessa situazione "affrontata uno o due anni fa dalla maggior parte degli altri Paesi" del mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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