C’è un’epidemia letale e silenziosa che striscia tra le città americane. Un’epidemia fatta di overdose, pillole e comunità distrutte. Da oltre un decennio gli Stati Uniti combattono la cosiddetta crisi degli oppioidi. Una vera e propria piaga di morti per abuso di sostanze stupefacenti che in un paio di decenni è costata la vita a un milione di persone, un decesso ogni 5 minuti. Un’epidemia tanto grave da aver abbassato di un anno le aspettative di vita dei maschi americani.
Da anni l’America si interroga sulle sfaccettature di queste emergenza. Dopo anni di analisi il punto di partenza è stato trovato nell’eccessiva prescrizione di antidolorifici a base di oppiacei, sublimata nell’iper consumo di Oxycontyn. Un mix letale in molte comunità abitate dalla working class affitta da dolori cronici. Nel tempo, però, la dipendenza si è trasferita dai farmaci ad altri ritrovati. Mentre i decessi continuavano a crescere, la crisi ha cambiato volto e oggi può essere sovrapposta alla più letale delle droghe in circolazione: il fentanyl.
I numeri dell’ecatombe
Prima di capire come si è evoluto il mostro che sta inghiottendo una fetta di America è necessario partire dai numeri, perché il loro impatto è devastante. Stiamo parlando di un fenomeno che uccide ogni settimana oltre 1.500 americani. I decessi per overdose in America crescono ogni anno con ritmi infernali.
Nel 2021 il numero di overdose da oppioidi ha toccato quota 82mila, erano 68 mila nel 2020, 49 mila nel 2018 e 47 mila nel 2018. Secondo le prime proiezioni per il 2022 le cifre dovrebbero mantenersi costanti con 79 mila decessi. Tra il 2021 e 2022, scrive il Centers for Disease Control and Preventions Usa, nel 2022 si sono registrati 105.452 morti per overdose, il 2% in meno rispetto all’anno precedente.
Numeri da narcostato. se andiamo a vedere nel dettaglio i numeri del National Center for Health Statistics scopriamo che gran parte di questi decessi da oppioidi sono da imputare al fentanyl. Erano 18 mila nel 2016, 30 nel 2018 e 69 mila nel 2021. Negli anni gli indicatori sono aumentati anche per altre sostanze come metanfetamine (6 mila decessi nel 2016 e 31 mila nel 2021) e Cocaina (11 mila nel 2016, 26 mila nel 2021). Unico dato in calo quello dell’eroina.
Ma qual è la radiografia della vittima del fentanyl: prevalentemente maschio, bianco in un età compresa tra i 25 e 54 anni. Anche se, nota il Cdc, quel numero si sta abbassando: tra il 2018 e 2021 i decessi per overdose tra i ragazzini di 15-19 anni sono aumentati del 150%. In sostanza, ha notato il Council on Foreign Relations in un suo dossier, siamo parlando di un ecatombe. Le vite distrutte nel solo 2021 sono state dieci volte superiori a quelle dei soldati americani caduti nelle due guerre post 11 settembre combattute in Iraq e Afghanistan.
Cos’è il fentanyl, da dove arriva e chi lo gestisce
Ma cos’è il fentanyl? Come detto è una sostanza che fa parte degli oppioidi. È un ritrovato sintetico elaborato negli anni Sessanta usato per curare i dolori di alcune categorie specifiche di malati come i pazienti oncologici. Negli ultimi anni però il mercato illegale delle droghe è stato invaso da versioni molto economiche di fentanyl facendo balzare in avanti consumi e decessi. Il fentanyl, infatti, è circa 50 volte più potente dell’eroina e può essere letale fin dai primi consumi.
La gran parte del fentanyl illegale consumato negli Usa non viene prodotto sul suolo statunitense, ma arriva da oltre confine. Confine sud ovviamente. Come hanno sottolineato diversi rapporti della Dea la gestione del traffico di questo oppioide è in mano ai cartelli della droga messicani, che negli ultimi anni ne gestiscono anche la produzione. Il problema, è che ricostruire i rivoli di queste catene del valore illegali non è semplice. Fino al 2019 gran parte del fentanyl illegale arrivava dalla Cina. Poi un cambio temporaneo di policy tra Washington e Pechino aveva congelato la rotta, di fatto ridefinendo le catene del valore rendendole più decentralizzate.
Le successive rotture diplomatiche tra americani e cinesi hanno fatto il resto. Oggi esiste un vasto network globale che fa fluire i componenti chimici per produrre il fentanyl dalla Cina al Messico dove vengono utilizzati per produrre il prodotto finito. Tra i cartelli maggiormente attrezzati per questa produzione quello di Sinaloa e quello della Jalisco New Jeneration, un tandem che gestisce l’intero network della distribuzione.
L’aspetto interessante è che l’ultimo punto di contatto tra i cartelli messicani e i consumatori è statunitensi. È stato calcolato che tra il 2017 e 2021 l’86% dei trafficanti impegnati a portare il fentanyl oltre confine erano cittadini americani. La quantità di pillole in circolazione è difficile da stimare, ma si aggira sull’ordine degli milioni. Nel 2022 la Dea ha sequestrato qualcosa come 50 milioni di pillole e quai 4,5 tonnellate di polvere di fentanyl: abbastanza da uccidere tutta la popolazione americana.
Le conseguenze della crisi
Oltre alle disastrose conseguenze sociali, con famiglie e comunità distrutte, l’epidemia di fentanyl rappresenta un doppio pericolo per l’America. In primo luogo sotto il piano economico. Nel 2022 uno studio realizzato dal comitato economico unito del Congresso americano ha stimato che nel 2020 la crisi degli oppioidi è costata all’America qualcosa come 1500 miliardi di dollari, il 7% del Pil nazionale, un terzo in più della prima stima effettuata nel 2017. Non solo. L’epidemia incide ovviamente sulla forza lavoro. Stando a una stima dell’associazione no profit American Action Forum dei 6.3 milioni di lavoratori esclusi dalla forza lavoro, oltre 1,3 milioni sono stati bloccati per problemi relativi agli oppioidi, il 20% del totale.
Il secondo problema causato dall’epidemia riguarda la sicurezza nazionale. Il fatto che le catene del valore (illegale) che sta dietro le forniture di fentanyl del mercato nero affondino le loro radici in Cina espone un fianco sensibile per gli Stati Uniti. Nell’ultimo anno Washington ha tentato a più riprese di coinvolgere la Cina nel dossier. Gli ultimi viaggi dei funzionari americani sul suolo cinese, come quello del segretario di Stato Usa Antony Blinken e della segretarie del Tesoro Janet Yellen, hanno avuto tra i vari temi proprio il dossier fentanyl.
La Cina per ora rilancia parlando di un problema guidato dalla domanda interna americana, ma sa bene di avere una possibile leva negoziale. Leva che probabilmente utilizzerà per sbloccare altri dossier per lei più sensibili, come la commessa partita tecnologica e il delicato status di Taiwan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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