Eutanasia per poveri e senzatetto: il sondaggio choc sul Canada

Quasi un canadese su tre sarebbe a favore dell’eutanasia per i senzatetto e i più poveri, e non solo per cause legate allo stato di salute

Eutanasia per poveri e senzatetto: il sondaggio choc sul Canada
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Sondaggio choc in Canada, Paese governato dal progressista Justin Trudeau, il premier sempre in prima fila nelle battaglie del politically correct. Secondo un sondaggio dell'istituto ResearchCo, quasi un terzo dei canadesi ritiene che le persone dovrebbero avere accesso all'eutanasia anche per cause riguardanti la povertà, quindi esteso a senzatetto e poveri in generale e non solo per chi soffre di una malattia incurabile. In Canada, attualmente, le linee guida federali per l'eutanasia prevedono infatti la presenza di una condizione medica grave e irrimediabile: la richiesta volontaria di suicidio assistito non deve inoltre essere il risultato di pressioni o influenze esterne. Ma l'ultimo sondaggio sul tema vede circa un canadese su tre favorevoli a un'estensione dell'accesso all'eutanasia anche per cause che non riguardano direttamente lo stato di salute delle persone. Tra i canadesi, infatti, il 27% ritiene che l'assistenza medica in caso di morte dovrebbe essere estesa alle persone in condizioni di povertà - una percentuale che sale al 41% tra i 18-34enni - mentre il 28% concorda sul fatto che l'assistenza dovrebbe data gratuitamente ai senzatetto.

Cosa dice il sondaggio sull'eutanasia

Un canadese su cinque (20%) ritiene inoltre che l'assistenza medica in caso di eutanasia dovrebbe essere sempre consentita, indipendentemente da chi la richiede, mentre il 12% ritiene che non dovrebbe mai essere autorizzata. Nella provincia di Alberta, quasi un residente su cinque (19%) preferirebbe vietare l'assistenza medica in caso di morte, mentre nel Canada atlantico, quasi tre residenti su dieci (28%) pensano che la pratica dovrebbe essere accessibile a chiunque. Quasi la metà dei canadesi (48%) è soddisfatta delle normative attualmente in vigore nel Paese mentre il 27% è insoddisfatto e il 25% incerto.

Divide, invece, il tema delle malattie mentali e se queste possano essere o meno una possibile giustificazione per l'accesso all'eutanasia: il 45% sostiene quest'ipotesi, mentre il 45%, la maggioranza della popolazione, si dice contrario. Altro dato interessante: “Più della metà dei canadesi di età compresa tra i 18 e i 34 anni (52%) ritiene che consigliare a una persona di porre fine alla propria vita dovrebbe continuare a essere un crimine”, afferma Mario Canseco, presidente di Research Co. “Un numero inferiore di canadesi di età compresa tra i 35 e i 54 anni (41%) e di età pari o superiore a 55 anni (34%) hanno la stessa opinione" osserva.

Il dibattito in Canada

Lo scorso febbraio, il governo canadese ha ritardato di un anno l'espansione dell'accesso all'eutanasia per le persone con malattie mentali. Il ministro della Salute, David Lametti, ha sottolineato che questa posticipazione dell'entrata in vigore della legge fornirà tempo sufficiente per garantire che il sistema sanitario protegga coloro che potrebbero essere vulnerabili e sosterrà la libertà di scelta.

Dying with Dignity, un gruppo che si batte per il diritto al fine vita, ha sollecitato un'azione rapida da parte dell'esecutivo sul tema. "Per coloro a cui è stata negata la compassione, l'autonomia e la scelta personale, questo non è un breve ritardo ma l'ennesimo ostacolo", ha affermato il gruppo in una dichiarazione rilasciata alla Bbc.

Nei vicini Usa, l'eutanasia è illegale nella maggior parte degli stati. Le uniche giurisdizioni che consentono questa pratica sono Oregon, Washington Dc, Hawaii, Washington, Maine, Colorado, New Jersey, California e Vermont.

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